Gola profonda
Una ISPEZIONE ANNUNCIATA è una contraddizione in termini.
Il dubbio sorge da come la notizia è apparsa su un quotidiano locale di domenica 20 Agosto (articolo che riproduciamo a lato) in merito ad una ispezione presso la raffineria API di Falconara M.ma.
Il sopralluogo del Ministero ai primi di Settembre servirebbe per “verificare lo stato di avanzamento dei lavori di bonifica prescritti dall’ultima conferenza dei servizi svoltasi a Roma nel gennaio scorso“.
L’articolo mette in evidenza “il sopralluogo (non troppo) segreto” da parte dei tecnici del Ministero dell’Ambiente, “coadiuvati, tra gli altri dai Carabinieri del Noe, dagli esperti dell’Arpam e da quelli del Comune di Falconara”.
Forse non a torto, dato che perfino un film comico come I TARTASSATI mostrava come l’integerrimo maresciallo della finanza Fabio Topponi (Aldo Fabrizi) si presentava all’improvviso ed in incognito nel negozio di abbigliamento del cav. Torquato Pezzella (Totò) al fine di inchiodarlo per evasione fiscale!
In realtà la dovizia di particolari contenuti nell’articolo del quotidiano pone alcuni seri problemi.
Dall’articolo si deduce che la eventuale “gola profonda” ha informato la giornalista che l’ispezione congiunta del Ministero dell’Ambiente, dei Carabinieri del NOE, dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche (ARPAM) e del Comune di Falconara era accompagnata da una certa riservatezza. A nostro avviso diffondendo la notizia ad una giornalista, “gola profonda” ha inteso, se di “sopralluogo segreto” si trattava, compromettere la riservatezza dell’ispezione e, forse, la sua efficacia nel verificare il rispetto di precise disposizioni a tutela del nostro mare Adriatico e del nostro fiume Esino, non trattandosi di un collaudo di un impianto o parti di impianto della raffineria API (collaudi che richiedono l’ovvio appuntamento tra collaudante e collaudato) come da disposizioni normative.
Noi cittadini e comitati non possiamo fare a meno di chiederci, retoricamente, a favore di quali interessi potrebbe avere agito “gola profonda“!
E nascono in noi due altri interrogativi:
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esiste un rapporto tra l’ispezione annunciata e l’esito dell’iter di valutazione e autorizzazione del progetto delle due nuove centrali elettriche dell’API?
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esiste un rapporto tra l’ispezione annunciata e il permanere della validità del rinnovo della concessione da poco effettuato da parte dell’Amministrazione Regionale?
Vogliamo dire, se da un controllo ispettivo della situazione dell’inquinamento del sottosuolo IPOTETICAMENTE, ripetiamo IPOTETICAMENTE, emergesse che la raffineria API non ha ottemperato a quanto prescritto nel corso della conferenza dei servizi del gennaio scorso questo potrebbe contribuire a pregiudicare la possibilità di ottenere l’autorizzazione alla costruzione delle due nuove centrali elettriche?
O, addirittura, provocare la decadenza del rinnovo della concessione?
A noi sembra che questo “sopralluogo annunciato” possa compromettere seriamente l’efficacia del sopralluogo medesimo INDISPENSABILE per determinare il grado di rispetto delle norme che, a sua volta, garantisce la tutela dei cittadini, della loro salute e del territorio in cui vivono.
Se il sopralluogo avesse dovuto essere “segreto” verrebbe a mancare il presupposto iniziale ed essenziale e, quindi, verrebbero a vacillare tutte le altre garanzie consequenziali!
Questa situazione rischia di incrinare il rapporto di fiducia dei cittadini nei confronti degli enti controllori, della loro efficienza nel controllare che potenze industriali come l’API rispettino le norme, tanto più perché sono industrie a rischio per l’incolumità e la salute dei cittadini e del territorio.
Gli Enti controllori devono, ora, assolutamente sgombrare il campo da qualsiasi dubbio che possa indurre i cittadini a guardate con diffidenza anche la più limpida azione - da compiere e compiuta - delle Amministrazioni e degli Organi tecnici su questioni che riguardano gli impianti del comprensorio API.
Dunque, qualora questo sopralluogo avesse dovuto effettivamente avere il requisito della segretezza, è auspicabile che le Amministrazioni, gli Enti e gli Organismi preposti, coinvolti in questa sconsolante vicenda, si adoperino per accertare se “gola profonda” abbia “annunciato” sopralluoghi e/o procedimenti ispettivi, riservati o segreti, anche negli anni scorsi a detrimento della sicurezza dell’intera comunità che vive nell’Area ad Alto Rischio di Crisi Ambientale.
(*) “Gola profonda” era il nomignolo con il quale i giornalisti del Washington Post, Bob Woodwart (Robert Redford) e Carl Bernstein (Dustin Hoffman), indicavano lo sconosciuto informatore nel film TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE (1976). Il film di Alan J. Pakula racconta della celebre inchiesta dei due giornalisti che fece esplodere lo scandalo Watergate e portò alle dimissioni del presidente Nixon. Anni dopo fu resa nota la vera identità di “gola profonda”: si tratta di Mark Felt, dirigente dell’FBI che aiutò i due cronisti a risolvere l’enigma Watergate.
API: Centrali elettriche a prescindere … dal PEAR
L’Amministratore Delegato di “API raffineria di Ancona” S.p.A. - Dott. Franco Brunetti - ha scritto a due cittadini falconaresi associati ai Comitati (guarda caso presidenti dei Comitati Villanova e Fiumesino, ma trascurando, riteniamo deliberatamente, i Comitati stessi), allegando un sintetico riassunto delle «caratteristiche (…) valenze tecniche, ambientali e sociali» del progetto delle due centrali elettriche a ciclo combinato (520 e 60 MWe) che l’API è intenzionata a costruire nel suo comprensorio.
Considerato che in queste ultime settimane abbiamo notato Organi di Stampa che, come si dice in gergo, “tirano la volata” a quel progetto, prendiamo spunto dalla missiva dell’AD dell’API per una serie di nostre (DEI COMITATI) riflessioni sull’argomento. Riflessioni certamente di parte - intese a chiarire le nostre ragioni a tutela della salute e dell’incolumità pubblica - , ma adeguatamente documentate.
Dunque, Vi proporremo una serie di capitoli sullo stesso argomento delle centrali e garantiamo comunque, sia a chi ci sostiene sia ai nostri avversari, UNA ADEGUATA, ENERGICA E PRECISA BATTAGLIA IN TUTTE LE SEDI PER NON FAR COSTRUIRE LE DUE NUOVE CENTRALI E SALVARE LA SALUTE DEI CITTADINI, LA CITTA’ DI FALCONARA ED IL TERRITORIO RICONOSCIUTO E DICHIARATO AD ALTO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE!
Capitolo 1
“C’è posta per te”
Dunque l’AD della raffineria API ci ha personalmente scritto.
Certo proprio a noi due, Loris e Franco.
E’ accaduto in altre occasioni (ad esempio all’indomani dell’incendio del 25/8/1999, o in occasione di “Apincontra“) che l’API ci abbia scritto personalmente.
Quando l’API scrive a 2 tra i 29.000 cittadini falconaresi… SORPRENDE!… soprattutto se quei due sono sempre gli stessi!
Eppure la nostra memoria ci riporta a quando è stato il momento di minacciarci di querela per presunte diffamazioni individuate tra gli scritti di questo nostro sito web. Allora si che la raffineria API si è ricordata di indicarci come responsabili dei Comitati, si è ricordata che esistono queste Associazioni di cittadini chiamate Comitati di quartiere (Villanova, Fiumesino e “25 Agosto”).
Dunque presumiamo che in questa occasione l’AD dell’API, Dott. Franco Brunetti, abbia ancora una volta deliberatamente evitato di inviare la lettera alle Associazioni di Villanova e Fiumesino per DISCONOSCERNE la legittimità.
E’ ovvio che ciò non provoca in tutti gli associati angoscia e depressione… Non abbiamo certo bisogno del riconoscimento della raffineria API di Ancona per sentirci determinati e legittimati, nonché per difenderci e difendere i cittadini dalle aggressioni ambientali, sanitarie e territoriali determinate dall’attività della raffineria API!
La stessa Magistratura ha riconosciuto tale legittimità non solo nell’ammetterci ai procedimenti penali relativi ad incidenti verificatisi nella raffineria, ma addirittura condannando la Soc. Api a risarcire i comitati per i danni subiti a seguito dell’incidente del 25 Agosto 1999). Infatti: .
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siamo parte civile contro l’API nel processo per il rogo del 25/8/1999;
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siamo parte lesa contro l’API per il rogo del 8/9/2004;
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siamo parte civile contro l’API per l’emergenza Ozono dell’Agosto 2000;
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stiamo attendendo le valutazione della Procura di Ancona sul nostro esposto relativo a 3 anni di elevato inquinamento acustico determinato dalla “messa a punto” della centrale elettrica IGCC (2000-2003);
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stiamo attendendo le valutazione della Procura di Ancona sul nostro esposto relativo alle pesanti esalazioni di Idrogeno solforato a causa di un serbatoio API che l’ARPAM ha trovato con il tetto bucato (2004)!
Questo ci basta e avanza.
Vivaddio, Dott. Brunetti, alle udienze suddette erano pur presenti avvocati e funzionari di codesta Società, ma almeno i Vostri legali di Roma che ci hanno inviato la lettera di diffida a continuare il nostro lavoro di informazione Le avranno pur detto che esistono due Comitati con tanto di Statuto ed Associati!
Certo che abbiamo capito, Dott. Brunetti: Lei usa il metodo del bastone e della carota perché crede di avere a che fare con i somari! Lei pensa che facendo finta di non conoscerci noi smettiamo di esistere ? Ovvero smettiamo di lottare per la nostra esistenza?
NOI esistiamo, Dott. Brunetti, ci siamo e saremo sempre presenti ed attenti. E il suo sforzo immane e pretestuoso di volerci “cancellare” non darà frutti! E’ come scavare un POZZO SENZA FONDO! Scavi, scavi pure, continui a scavare, ma le garantiamo che non troverà il petrolio!
Capitolo 2
“E’ LA SOMMA CHE FA IL TOTALE”
Prendiamo in considerazione una delle pagine del sintetico riassunto delle << caratteristiche (…) valenze tecniche, ambientali e sociali >> del progetto delle due centrali elettriche a ciclo combinato (520 e 60 MWe) inviatoci dall’AD Franco Brunetti della raffineria API di Ancona.
Nella pagina (che riproduciamo a lato) ci indicano che produrranno 502 GWh di energia con la centrale da 60 MWe nonché 3430 GWh di energia con la centrale da 520 MWe, ambedue a metano e, se lo riterranno utile, a metano + gpl (gas ottenuto dalla raffinazione del petrolio).
Sempre nel documento dell’API viene data indiretta risposta anche alla domanda: per produrre complessivamente 3932 GWh di energia dalle turbine a gas quanti e quali inquinanti vengono prodotti?
Il documento Api ci indica le sostanze che verranno emesse (e le concentrazioni che per questo capitolo tralasceremo):
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Ossidi di azoto
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Ossidi di zolfo
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Ossidi di carbonio
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Polveri
Sarà che il documento inviatoci dall’API è un sintetico riassunto ma esso tralascia di informarci (quanto meno elencandoli) sui seguenti inquinanti primari emessi in aria da parte delle turbine alimentate a gas naturale (fonte: US EPA [1] ):
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Acetaldeide
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Acroleina
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Benzene
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Formaldeide
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Naftalene
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Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)
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Toluene
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Xileni
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Metano
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Biossido di zolfo
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Composti Organici Totali (TOC)
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Composti Organici Volatili (VOC)
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Particolato Totale
Di nostro pugno - senza timore di essere smentiti - aggiungiamo a questo elenco anche l’Ammoniaca dato che nel progetto si parla dell’uso di uno o due abbattitori di Ossidi di azoto: il DeNOx SCR ad ammoniaca. DeNOx SCR che conosciamo molto bene nel funzionamento- in quanto rocambolescamente inserito dal 2000 anche nella centrale elettrica IGCC dell’API nonostante l’opposizione di 6.500 cittadini e dell’allora Assessore all’Ambiente della Provincia di Ancona, Marco Lion - ma dagli effetti reali assolutamente sconosciuti dato che gli Organi tecnici competenti, su tale aspetto, sembrano brancolare nelle nebbie e non ci risulta che stiano effettuando o, quantomeno, programmando analisi ed accertamenti sulle conseguenze che l’immissione di ammoniaca (e dei composti che genera) nell’aria ha nei confronti dell’ambiente e delle persone.
E’ interessante notare che la raffineria API ci informa che tra le sostanze emesse dalle due nuove centrali ci saranno le Polveri; termine che, a nostro parere, viene usato in modo disinvolto ed ambiguo, perché troppo generico, quanto meno non completo, non esauriente, dato che nella letteratura scientifica (non solo statunitense) è ampiamente dimostrato che quando si parla di combustione di gas naturale si ha essenzialmente a che fare con polveri fini: PM10 e PM2,5 la cui pericolosità per la salute umana è ben nota e per le quali la Comunità Europea ha stabilito limiti di legge da rispettare progressivamente sempre più ristretti.
Ma c’è dell’altro.
La raffineria API, nell’opuscolo che ci ha inviato, non ci informa nemmeno sui metalli pesanti emessi nell’aria dalla combustione del gas metano:
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Zinco
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Bario
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Vanadio
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Nichel
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Cromo
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Cadmio
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Piombo
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Mercurio
Non soltanto la US EPA ma anche ricercatori del CNR (Nicola Armaroli e Claudio Po) in preziosi studi sostengono che questi metalli pesanti emessi in aria non possono considerarsi trascurabili poiché la quantità di metano che viene bruciata nelle centrali elettriche è dell’ordine di centinaia di milioni di metri cubi all’anno!
Speriamo di trovare informazioni dettagliate su queste “sostanze dimenticate” nello Studio di Impatto Ambientale presentato dall’API e messo a disposizione del pubblico.
Intanto, però, se un cittadino sperasse di farsi un’idea sull’impatto delle due nuove centrali a metano dell’API dall’opuscolo inviatoci personalmente quell’idea sarebbe indubbiamente parziale e distorta.
[1] Emission Factor Documentation of AP-42 Section 3.1,Stationary Combustion Turbines, US Environmental Protection Agency, Alpha-Gamma Technologies Inc., Raleigh, North Carolina, 2000.
Capitolo 3
Saranno Pazzi Quelli della Shell?
In base a come vengono usate le parole ci è permesso di capire un ragionamento, un’idea, un progetto oppure possiamo venir confusi e perdere il senso di un ragionamento, di un’idea, di un progetto.
Nel caso della lettera inviataci dall’Amministratore Delegato dell’API, Dott. Franco Brunetti, vogliamo analizzare le parole “complementare” ed “evoluzione” alla luce del progetto delle due centrali elettriche in fase di “screening” concessorio!
La frase
<< Percorrendo una strada complementare alle linee di indirizzo tracciate dal PEAR, il progetto api diventa un contributo ed un sostegno al raggiungimento dell’autonomia energetica del territorio, disegnando l’evoluzione del sito di Falconara secondo gli impegni condivisi con le Istituzioni locali nel Protocollo d’Intesa con queste ultime sottoscritto >>.
E’ ragionevole ritenere che quando il Consiglio Regionale delle Marche approvò il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), frutto di studi e valutazioni approfondite, non lo considerava certamente incompleto e bisognoso di apporti complementari. Se lo fosse stato non sarebbe stato un Piano presentabile, votabile e approvabile. Noi, che abbiamo seguito il suo iter, non abbiamo mai sentito levarsi - neanche dai banchi dell’opposizione in Consiglio Regionale - l’accusa di incompletezza nei confronti del PEAR.
Dunque il PEAR è uno strumento definito e chiaro, uno strumento di programmazione che ha bisogno di tempo per realizzare il risparmio energetico, lo sviluppo e la diffusione delle energie rinnovabili, la realizzazione di piccole centrali elettriche a metano e cogenerazione e trigenerazione (max 10 o 20 MWe) nei distretti industriali che ne necessitano.
In questa situazione la strada complementare della grande centrale a metano e gpl dell’API suona come una unilaterale, non richiesta dichiarazione di incompletezza del PEAR.
Così l’API, con le due centrali a combustibili fossili per complessivi 580 MWe, “propone” alla Regione di completare il PEAR, usando congiuntamente gli strumenti individuati dal Piano e quelli ritenuti utili dall’API stessa (le due centrali). In altre parole le nuove centrali API sarebbero gli elementi che aggiunti a quelli previsti dalla Regione renderebbero completo il tutto.
Le domande spontanee:
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come mai l’API che con la sua API - HOLDING sta già sviluppando impianti eolici per la produzione di energia elettrica (700 MW complessivi) nel Lazio, in Campania, Puglia e Sicilia non propone questo tipo di investimenti ai marchigiani ed alla Regione Marche? (Vedi http://www.apioil.com/ita/fonti_alternative.asp )
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Come mai API - HOLDING che guarda anche all’energia fotovoltaica ed al solare termico non propone ai marchigiani e alla Regione - ora e subito - questa che chiama “la sfida del futuro”?
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Perché in un’area ad alto rischio di crisi ambientale i cui abitanti sono sottoposti ad un’indagine epidemiologica per il rischio LEUCEMIA la raffineria API continua a proporre l’accumulo di centrali elettriche a fonti fossili, inquinanti e malsane?
Alla luce di quanto detto sopra il concetto di “evoluzione del sito API di Falconara” usato dall’API crea non poca confusione.
Se il concetto di evoluzione evoca un processo di mutamento, di trasformazione che porta all’affermazione di nuovi caratteri, ci chiediamo dove dovrebbero essere individuati questi nuovi caratteri nella volontà API di realizzare altre due centrali a combustibili fossili!
Dov’è individuabile l’evoluzione che faccia un po’ affrancare l’Italia dalle fonti fossili che siamo costretti ad importare - a caro prezzo - dagli altri paesi?
Dov’è individuabile l’evoluzione dell’API se tonnellate di altre sostanze inquinanti verranno immesse ed aggiunte a quelle già presenti nell’aria che respiriamo a causa della raffineria e dalla centrale elettrica IGCC?
Avremmo potuto parlare di evoluzione se, per esempio, una centrale a carbone od olio combustibile fosse stata convertita a metano. Ma qui si vogliono AGGIUNGERE DUE CENTRALI A METANO E GPL AD UNA RAFFINERIA E AD UNA CENTRALE CHE GASSIFICA RESIDUI PETROLIFERI!
Avremmo potuto vedere l’evoluzione se, per esempio, API - HOLDING avesse offerto alla Regione Marche “l’accellerazione imprenditoriale” per far decollare l’eolico non solo nei siti appenninici individuati dalla stessa Regione, ma anche in mare (ovviamente senza baratti di tipo “compensatorio”: ovvero tu mi fai costruire la mia grossa centrale ed io investo anche su un po’ di energia rinnovabile!)
Così come evoluzione sarebbe stato inteso un concreto impegno industriale nel settore del fotovoltaico che però, non a caso, l’API continua ancora a considerare una sfida del futuro!
La Shell Solar produce anche i pannelli fotovoltaici… Sono forse imprenditorialmente degli aspiranti suicidi o, parafrasando il personaggio di Obelix, Sono Pazzi Questi della Shell (SPQS)?
Leggete qua sotto:
http://www.dw-world.de/english/0,1594,1446_A_1321857_1_A,00.html
Il 9 Settembre 2004, inaugurato a Espenhain, vicino a Lipsia, un impianto fotovoltaico da 5 megawatt basato sulla tecnologia delle celle fotovoltaiche a silicio monocristallino. L’impianto occupa 20 ettari di terreno contaminato da polvere di lignite che non sarebbe stato possibile recuperare per altri usi. Il costo totale dell’impianto è di 22 milioni di Euro.
L’energia solare ottenuta dai pannelli fotovoltaici è ancora costosa rispetto a quella prodotta con combustibili fossili. Se però si tiene conto dei danni fatti all’ambiente dai fossili e del progressivo esaurimento delle risorse, la legge tedesca sull’energia rinnovabile appare lungimirante nell’aver incoraggiato l’espansione su larga scala dell’energia fotovoltaica.
L’impianto è stato realizzato dalla ditta di Berlino Geosol, i pannelli fotovoltaici sono di produzione Shell Solar e Siemens. Nuovi impianti di portata simile sono in progettazione. Oggi, la quantità di energia elettrica rinnovabile prodotta in Germania ha raggiunto il 9%, una quantità che è raddoppiata in pochi anni. Il governo tedesco programma di mantenere questi ritmi di crescita e di ottenere il 20% dell’elettricità da fonti rinnovabili entro il 2020.
inopportuna entrata a gamba tesa
In piena campagna elettorale per il rinnovo dell’Amministrazione comunale di Falconara, l’Amministrazione uscente ha inviato ai falconaresi 11.000 copie di “INFORMARE LA CITTA’“, “Notiziario del Comune di Falconara”. La pagina 5 del notiziario è completamente dedicata al porto turistico, presentato come “progetto di riqualificazione urbana“. La volontà di costruire un porto turistico-commerciale a Falconara è, come dice l’articolo del notiziario, un argomento “al centro dell’attenzione a Falconara” e, aggiungiamo noi, con assoluta evidenza al centro anche del confronto elettorale! Nell’ultimo anno e mezzo l’argomento porto è stato “illustrato” svariate volte sul notiziario dei falconaresi, pagato dai falconaresi: ne abbiamo contate cinque.
Oggi, in piena campagna elettorale, l’argomento porto viene riproposto nuovamente ai falconaresi come un “progetto di riqualificazione urbana” ed accompagnato da un’informazione incompleta.
Infatti anche l’imprescindibile parere negativo espresso dalla Capitaneria di Porto di Ancona sul progetto preliminare presentato dalla Soc. Marina di Falconara s.p.a. presieduta dall’avv. Michele Boncristiano, nel notiziario viene eufemisticamente considerato e declassato come “preoccupazione“.
Il Sindaco uscente Carletti, direttore di “INFORMARE LA CITTA” e presente alle prossime elezioni con la “Lista Carletti“, conosce benissimo il parere che la Capitaneria di Porto di Ancona ha espresso nella recente Conferenza dei Servizi presieduta proprio dal Comune di Falconara: incompatibilità dell’attuale progettazione del porto turistico con le esigenze di sicurezza del traffico navale da e per le strutture della raffineria API! Non solo: la Capitaneria dice chiaramente che se si vuole parlare di porto bisogna progettarlo più a SUD fermo restando l’aggravio dei costi sia per il riposizionamento dei punti di fonda delle petroliere sia per un nuovo studio meteo e mareografico finalizzato alla sicurezza tecnico - nautica delle petroliere.
Perché il “Notiziario del Comune di Falconara”, pagato dai falconaresi per essere realmente informati, non pubblica gli stralci significativi del parere della Capitaneria di Porto?
Perché il “Notiziario del Comune di Falconara”, pagato dai falconaresi per essere realmente informati, non informa che la Regione Marche ha abbandonato la Conferenza dei Servizi e, tantomeno, informa sulle motivazioni dell’abbandono?
E’ corretto, in questo momento di campagna elettorale, non portare tali rilevanti aspetti all’attenzione delle 11.000 famiglie falconaresi a cui viene spedito “INFORMARE LA CITTA“?
Ma c’è dell’altro. In campagna elettorale la RAI, televisione di Stato, finanziata anche dal canone dei cittadini, si dota di un codice deontologico per il quale non vengono divulgate le sole ragioni del Presidente del Consiglio e del suo Governo, ma anche di chi sta all’opposizione.
Ci chiediamo se sia corretto che, in piena campagna elettorale comunale, il “Notiziario del Comune di Falconara”, finanziato anche con le tasse dei falconaresi, informi i cittadini soltanto sul punto di vista dell’Amministrazione comunale uscente e non dia alcuno spazio a chi nutre serie perplessità sul progetto del porto e sulla relativa idea di riqualificazione urbana della città! Riteniamo che esisteva un modo semplicissimo di evitare questa inopportuna “entrata a gamba tesa” di “INFORMARE LA CITTA’” e dell’Amministrazione Carletti: il notiziario poteva essere inviato subito dopo le elezioni!
… e continuavano a chiamarlo porticciolo
Il documento della Società Marina di Falconara s.p.a. - presieduta dal Consigliere comunale Michele Boncristiano - a firma degli ingegneri Solustri e Mancinelli ci spiega che cosa debbono aspettarsi dalla riqualificazione la zona di Villanova e Falconara Nord (via Flaminia, via Roma, via Fratti, ecc):
<< (…) riqualificazione dei quartieri che si affacciano sul mare, attraverso un rapporto diretto con il porto turistico.>>
Dunque non un’apertura della città al mare bensì un’apertura sul porto!
Al di là della rassicurante propaganda del Sindaco Carletti e della Società Marina di Falconara s.p.a. i falconaresi comprendono bene che se ora, affacciandosi dalle proprie abitazioni, vedono il mare, dopo vedranno una gettata di cemento sul mare: il porto.
L’ALLUNGAMENTO DEL PONTILE API!
Dallo stesso documento si desume un’altra importante e grave proposta di cui i falconaresi sicuramente ignoravano la possibilità. Rispondendo alle osservazioni della Capitaneria di Porto relative alla sicurezza della navigazione da e per le strutture a servizio della raffineria API, gli ingegneri Solustri e Mancinelli ipotizzano la soluzione de
l’ALLUNGAMENTO DEL PONTILE DELL’API!
Verrebbe da esclamare: sogno o son desto?
Ci troviamo di fronte al progetto di un porto a Falconara M.ma sostenuto apertamente dall’Amministrazione Carletti per la realizzazione del quale non si esita a proporre l’ALLUNGAMENTO DEL PONTILE API cioè una ULTERIORE ESPANSIONE ED OCCUPAZIONE delle strutture della raffineria API sul mare!
Hanno un bel dire i sostenitori del porto che con esso, intanto, si cominciano a creare le alternative produttive all’API.
INTANTO, diciamo noi, non si esiterebbe a far occupare alla raffineria un’ulteriore zona di mare che si aggiungerebbe ai circa tre ettari che la stessa raffineria si annetterebbe con la realizzazione dello sciagurato by-pass ferroviario sponsorizzato anche dal Sindaco Carletti!
SERVIZIO TRAGHETTI DA E PER LA CROAZIA!
Infine lo stesso documento della Società Marina di Falconara s.p.a. e la Relazione con le motivazioni del parere negativo della Capitaneria di Porto di Ancona ci forniscono le reali funzioni del porto falconarese:
<<traghetti veloci>> e <<compiti commerciali diversi dalla nautica da diporto, quali l’attivazione di collegamenti da e per la Croazia con servizio traghetti e catamarani>>!
Non solo:
il documento della Società Marina di Falconara s.p.a. presieduta dal Consigliere comunale avv. Michele Boncristiano ci informa che << (…) la possibilità di utilizzare una banchina per l’attracco di traghetti veloci (…) è scelta esclusiva dell’Autorità Portuale di Ancona l’unico ente in grado di pianificare le esigenze dei trasporti passeggeri all’intero del porto di Ancona (…)>>.
Dunque il futuro del cosiddetto “PORTICCIOLO” riserverà ai falconaresi:
1] la dipendenza dalle esigenze e dalla pianificazione del traffico del porto di Ancona!
2] La concreta possibilità di un traffico non soltanto diportistico ma anche commerciale che si ripercuoterà sia sul traffico e l’inquinamento a terra (imbarchi, ecc.) che sul traffico e l’inquinamento a mare!
Domande:
CHI STA RIPORTANDO FALCONARA IN UNA
CONDIZIONE DI PERIFERIA SUBORDINATA?
CHI HA INTERESSE A NON INFORMARE CORRETTAMENTE
I FALCONARESI SULLA REALE NATURA DEL PORTO?
IL PORTO DI FRONTE A PALOMBINA VECCHIA?
Ma la Relazione della Capitaneria di Porto di Ancona dice una cosa difficilmente ignorabile, e cioè che la soluzione più idonea a risolvere i problemi connessi alla sicurezza della navigazione è costituita da una traslazione del porto ad una distanza maggiore dalla radice del pontile API!
In termini più “crudi” se si vuole continuare a ragionare sul porto esso va progettato qualche centinaio di metri più a SUD, cioè nella zona Disco - Palombina Vecchia!
LA VISIBILITA’ DEL BENE MARE
Infine sottolineiamo un aspetto del parere espresso dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti - Ufficio Opere Marittime di Ancona:
<<(…) l’impatto dei 150.000 metri cubi di nuova edificazione (ndr: i 364 appartamenti previsti in 6 blocchi sul fronte da Villanova a via Fratti!) sulla fruizione del bene mare da parte del pubblico. Tale cubatura non deve creare una cortina, un sipario, lungo la linea della riva del mare e deve consentire la visione (visibilità) del bene inteso come mare>>.
Una ulteriore conferma di quanto andiamo da tempo sostenendo circa l’invasività e dannosità sociale - oltre che ambientale - dell’edificato progettato!
IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE
La parola porticciolo sui vocabolari viene soltanto indicata come diminutivo della parola porto. Non esiste nulla di formale, visuale e/o progettuale riferito a porticciolo.
Pertanto ciò che è stato progettato a Falconara e ciò che si prevederà in futuro se quel progetto Carletti/Marina di Falconara s.p.a. verrà cestinato può essere inquadrato soltanto nelle categorie che il DPR 509/1997 prevede e descrive:
porto turistico: complesso di strutture amovibili ed inamovibili realizzate con opere a terra e a mare allo scopo di servire unicamente o precipuamente la nautica da diporto ed il diportista nautico, anche mediante l’apprestamento di servizi complementari.;
approdo turistico: porzione dei porti polifunzionali aventi le funzioni di cui all’art. 4, comma 3, della Legge 28 Gennaio 1994, n. 84, destinata a servire la nautica da diporto e il diportista nautico, anche mediante l’apprestamento di servizi complementari;
punti d’ormeggio: aree demaniali marittime e gli specchi acquei dotati di strutture che non importino impianti di difficile rimozione, destinati all’ormeggio, alaggio, varo, e rimessaggio di piccole imbarcazioni e natanti da diporto.
Progetto del porto turistico a Falconara
Il progetto del porto turistico a Falconara che il Sindaco Carletti ed i suoi sostenitori hanno descritto come un progetto « a favore di uno sviluppo eco-compatibile ed ecosostenibile che privilegi il recupero del rapporto tra città e mare, la salvaguardia dell’ambiente », un progetto mirato ad una«città a misura d’uomo» prevede:
PARTE A TERRA
autorimesse per 6 isolati e un albergo con parcheggi di superficie a terra 10.296 mq |
PARTE A MARE
parcheggi in superficie e in box mq 20.264 |
TOTALE
circa 2083 posti auto in più che, in estate, potrebbero entrare a Falconara! |
(fonte Relazione Integrativa Soc. IN.A.VE S.r.l progettista del porto turistico) |
E’ veramente singolare l’interpretazione di “sviluppo eco-compatibile/ecosostenibile” e di “città a misura d’uomo” del Sindaco Carletti e dei sostenitori del porto turistico!
Problemini di aritmetica:
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Se nel quartiere Villanova, via Flaminia, nelle ore di punta circolano 886 veicoli - dati ARPAM - quanti veicoli circoleranno con la realizzazione del porto turistico?
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Se nella stessa via Flaminia, zona Stazione FS, nelle ore di punta circolano 1335 veicoli - dati ARPAM - quanti veicoli circoleranno con la realizzazione del porto turistico?
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Se nell’incrocio tra via Roma e via Elia nelle ore di punta circolano 582 veicoli - dati ARPAM - quanti veicoli circoleranno con la realizzazione del porto turistico?