INCENDIO ditta CASALI DEL 17 LUGLIO 2015: l’Ondaverde Falconara M., i Comitati Mal’Aria e dei quartieri Fiumesino e Villanova, Legambiente Falconara M. hanno inviato ai Ministri dell’Ambiente e della Salute, al Prefetto, alla Regione, alla Provincia, al Comune e ai Deputati e Senatori delle Commissioni ambiente e salute la loro Relazione! Dal telefono comunale per le emergenze IRRANGIUNGIBILE alle misure precauzionali di protezione della salute comunicate 5 ore dopo l’inizio dell’incendio; dalla qualità dell’aria non misurata a Falconara Centro e Palombina Vecchia, alla mancanza di dati per BENZENE e PM10 della centralina Falconara Alta; dalla mancanza di dati sulla presenza di METALLI PESANTI e DIOSSINE nell’aria ai certificati del Pronto Soccorso che non risulterebbero all’ASUR! Sono le tante spiegazioni chieste dalle associazioni che hanno anche sottolineato la necessità di un Piano di Emergenza Esterno per l’intera città di Falconara M., centraline di rilevamento della qualità dell’aria efficaci ed efficienti nonché nuove centraline a Castelferretti e Palombina Vecchia!
Le ricostruzioni grafiche che seguono, mostrano la situazione in campo la mattina dell’incendio e combustione di una notevole quantità di membrane impermeabilizzanti di bitume distillato polimero
https://www.facebook.com/monia.piccinini.1/videos/o.43607739690/10205012673017357/?type=2&theater presso la ditta Casali srl (17 luglio 2015):
1) posizione delle centraline di rilevamento fisse e mobile, residenze delle cittadine che si sono recate al Pronto Soccorso, rosa dei venti caratteristica della zona.
2) Distanze di diffusione delle eslazioni dell’incendio alla Casali srl confrontate con quelle previste dal Piano di Emergenza Esterno qualora si incendiasse un grosso serbatoio di petrolio greggio in raffineria API. E’ per questo che nella RELAZIONE le associazioni hanno chiesto la revisione del PEE e la sua estensione all’intera città di Falconara Marittima!
Le Associazioni falconaresi L’Ondaverde, Legambiente Martin Pescatore, Comitato quartiere Fiumesino, Comitato quartiere Villanova e Comitato Mal’Aria, hanno esposto ai Ministeri dell’Ambiente e della Salute, al Prefetto di Ancona, al Presidente della Regione Marche, al Presidente della Provincia di Ancona, al Sindaco di Falconara Marittima, ai Deputati e Senatori delle Commissioni Ambiente e Salute e ai Consiglieri regionali, quanto rilevato e osservato in conseguenza dell’incendio presso la ditta Casali srl del 17 luglio 2015.
Le osservazioni e le considerazioni delle Associazioni e Comitati falconaresi si sono basate su documentazione prodotta dall’ARPA Marche - Dipartimento provinciale di Ancona, dal Comune di Falconara Marittima, sui referti del Pronto Soccorso dell’Ospedale regionale di Ancona, sulla consultazione dei dati online delle centraline della qualità dell’aria dell’ARPAM http://94.88.42.232:16382/Charts.aspx, sulla consultazione delle conversazioni facebook tra i cittadini delle diverse zone della città.
Quanto esposto dalle associazioni e comitati falconaresi può essere così sintetizzato:
§ Il telefono per le emergenze ambientali del Comune di Falconara Marittima è risultato IRRANGIUNGIBILE e, pertanto, non avendo contezza delle zone da cui provenivano le segnalazioni dei cittadini riguardo alle esalazioni che stavano respirando, né il Comune né la Prefettura né l’ASUR e né l’ARPAM hanno potuto avere una mappatura certa della diffusione territoriale delle esalazioni! Infatti nessuna Relazione consultata cita le esalazioni diffusesi a Falconara Alta, Falconara Centro e Palombina Vecchia.
§ La misura precauzionale di rimanere in casa con finestre e porte serrate è stata comunicata per la prima volta alle 7,15, quasi 5 ore dopo l’inizio dell’incendio (alle ore 2,23 sono stati allertati i Vigili del Fuoco) e oltre 3 ore dopo l’intervento sul campo di Comune (ore 3,58), ARPAM (ore 4) ed ASUR.
Dal punto di vista degli inquinanti diffusisi a seguito dell’incendio, i cittadini hanno sottolineato che la mancanza di conoscenza degli eventuali livelli dei METALLI PESANTI e di Diossine/PoliCloroBifenili diffusisi nell’aria ambiente, di fatto, NON CONSENTONO UNA COMPLETA ED OGGETTIVA ANALISI DEI RISCHI A CUI È STATA ESPOSTA LA POPOLAZIONE.
Infatti, per quanto riguarda la qualità dell’aria, si è verificata:
Ø la totale mancanza di rilevazioni dei dati nelle zone di Palombina Vecchia, Falconara Centro e Castelferretti;
Ø a Falconara Alta la centralina non ha rilevato alcun dato di BENZENE e PM10 e, pertanto, non si sono valutati gli Idrocarburi Policiclici Aromatici diffusisi;
Ø la mancanza di rilevamento del Monossido di Carbonio (CO) in ogni zona della città;
Ø il mancato rilevamento dei METALLI PESANTI in ogni zona della città;
Ø il mancato rilevamento delle DIOSSINE e dei POLICLOROBIFENILI in ogni zona della città.
Ø Il mancato rilevamento delle PM1 in ogni zona della città.
Ø Il rilevamento della PM2,5 è stato effettuato solo nel quartiere Villanova.
Le associazioni, in riferimento alle zone dove sono stati misurati alcuni inquinanti (quartieri di Villanova e di Fiumesino), esprimono forte preoccupazione per l’EFFETTO CUMULATIVO sulla salute della contemporanea presenza:
1. di elevati livelli orari sia di PM10 che di PM2,5
2. di elevati livelli orari di BENZENE, accertato cancerogeno per l’uomo
3. dei i livelli degli IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI (alcuni dei quali cancerogeni ed altri probabili cancerogeni per l’uomo).
Le associazioni hanno chiesto come mai nella ricognizione effettuata dall’ASUR anche presso il Pronto soccorso dell’Ospedale regionale di Ancona non risultano le due certificazioni di intervento che riguardano due cittadine falconaresi, una delle quali con accertata intossicazione da monossido di carbonio (CO).
Infine le Associazioni dei cittadini, in considerazione dello storico degli incidenti industriali verificatisi nel territorio di Falconara M. (Raffineria API 1999 e 2004 - SEA febbraio 2006 - Casali 2013 e 2015) nonché la conseguente diffusione degli inquinanti:
Ø ritengono imprescindibile implementare un Piano di Emergenza Esterno che riguardi l’intera popolazione di Falconara M, soprattutto riguardo alla diffusione delle esalazioni.
Ø Ritengono inderogabile il potenziamento del sistema di rilevamento della qualità dell’aria a Falconara Marittima a causa della dislocazione geografica di attività industriali che possono dar luogo alla diffusione cronica o acuta (incidenti) di inquinanti pericolosi per la salute della popolazione. In questa ottica necessitano 2 nuove centraline fisse di rilevamento: 1 nel quartiere Castelferretti e 1 nel quartiere Palombina Vecchia. Inoltre la dotazione e l’efficienza degli analizzatori in tutte le centraline va potenziata per rilevare anche: Monossido di Carbonio (CO), PM2,5 e Pm1, IPA, METALLI PESANTI, Composti Organici Clorurati.
Loris Calcina ( per lo Staff l’Ondaverde ONLUS)
Falconara e i liquami in mare: il Sindaco preferisce gli incontri a porte chiuse … Ma non può sfuggire alle sue responsabilità di 7 anni!
L’incontro secretato, a porte chiuse per i cittadini, tenutosi al Comune di Falconara Marittima non ha neanche partorito il topolino! Ha semplicemente fritto l’aria!
A leggere bene i resoconti della stampa emerge con evidenza che il solito e noto desiderio autoassolutorio dell’Amministrazione comunale di Falconara Marittima si è tradotto in un evidente confessione di incapacità amministrativa con relativa chiamata di correo per tutti gli Enti coinvolti nella problematica.
Ma la furbizia politica - detta anche SUPERCAZZOLA politica - è un’arma che in questi casi viene usata in modo spregiudicato e, dunque, va smascherata anche da chi, come noi, crede che la salute del mare, dei cittadini e dell’ambiente in generale NON HA COLORE PARTITICO ma sia determinata dalle DECISIONI O NONDECISIONI POLITICHE!!!
Il Sindaco di Falconara M. nonostante amministri la città dal 2008 non ha mai fatto valere il suo peso (4° Comune per quote e grandezza) in seno all’Assemblea consortile dell’AATO e, così, un buon progetto del 2004 per 5 vasche di accumulo è stato realizzato molto parzialmente (1 vasca su 5!!!). Il Sindaco ha mai rivendicato la vocazione balneare di Falconara Marittima e la necessità irrinunciabile di quell’intervento? Oppure nella testa del Sindaco e della sua Giunta la vocazione di Falconara è industriale visto che nel 2010 ha acconsentito all’attivazione di una nuova industria insalubre di rifiuti speciali pericolosi? Il Sindaco di Falconara Marittima non ha mai sollecitato investimenti da parte della Regione Marche nonostante il Piano di Risanamento dell’Area ad Elevato Rischio Ambientale avesse indicato - fin dal 2005 - come Obiettivo e come Intervento il risanamento del mare di Falconara e il recupero delle acque meteoriche! Con che faccia oggi ci viene a dire che a Settembre chiederà un impegno economico alla Regione Marche quando non lo ha chiesto in 7 anni di amministrazione? Infine, il risultato di tanta trascuratezza su Falconara Marittima è che denaro pubblico verrà speso per un nuovo studio di un progetto che già c’era e che doveva e poteva essere realizzato! Qual è la logica di una così possente SUPERCAZZOLA? Semplice, le elezioni comunali del 2018 a ridosso delle quali farà la comparsa il nuovo progetto esecutivo per evitare (forse) i versamenti di liquami in mare!
Scommettiamo?
Loris Calcina (presidente de l’Ondaverde ONLUS - Falconara Marittima)
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Falconara Marittima e i versamenti delle fogne in mare: un’EMERGENZA determinata da 10 anni di incapacità della Regione Marche e del Comune di Falconara di realizzare quanto previsto dal Piano di Risanamento dell’AERCA! E il denaro pubblico degli investimenti è stato speso bene? Ecco i documenti!
Nel corso dell’agorà dei cittadini “RIDATECI IL NOSTRO MARE” del 5 agosto scorso, meritoriamente organizzata dal gruppo pubblico La sai l’ultima a Falconara Marittima? https://www.facebook.com/groups/902395409779500/?fref=ts gli amici di Rimini rappresentanti di “Bastamerdainmare” ONLUS http://www.bastamerdainmare.it/ (Sergio Giordano - Luca Randi - Carla Forcellini) ci hanno anche informato su un’importante opera pubblica e la sua tempistica: progettata nel 2011, entro il 2020 Rimini (148.000 abitanti fissi) avrà realizzato la separazione della rete fognaria per cui non ci sarà più nessuno scarico a mare delle acque nere (fecali - lavabi - cucine - docce - lavanderie - industriali) ma soltanto di quelle meteoriche (cosiddette bianche e non nocive per la salute pubblica). Con la stessa tempistica di 10 anni, anche Falconara Marittima avrebbe potuto già avere il sistema fognario con la separazione delle acque nere dalle bianche ed evitare i continui versamenti di liquami in mare. Infatti nel Piano di Risanamento dell’Area ad Alto Rischio di Crisi Ambientale (AERCA) - Delibera Consiglio Regionale N° 172 del 9 febbraio 2005 - erano stati previsti precisi INTERVENTI al riguardo:
In 10 anni (dal 2005 ad oggi) era possibile realizzare il recupero ed utilizzo delle acque meteoriche e , pertanto, migliorare lo stato dell’acqua nei bracci di mare antistanti Palombina, Falconara e Falconara Nord! Dal 2005 ad oggi, si sono succedute Amministrazioni comunali dei più svariati colori partitici, la Regione Marche ha sempre avuto un unico colore e lo stesso “reuccio”, ma nessuno ha fatto nulla!
Ma c’è dell’altro!
Spulciando le delibere dell’Assemblea consortile dell’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale n° 2 (AATO 2), ci siamo imbattuti nella Delibera n° 4 del 27 marzo 2013 dell’Assemblea nella quale il Comune di Falconara Marittima (quarto Comune per importanza su 45 Comuni/Soci, con il 4,88% delle quote) era rappresentato dall’Assessore al Bilancio, Raimondo Mondaini. Quella Delibera 4/2013 (approvata all’unanimità dall’Assemblea) stabilì gli INDIRIZZI SULLA PIANIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI PER IL TRIENNIO 2012/2014 nonché le LINEE GUIDA PER LA PIANIFICAZIONE PER GLI ANNI 2015/2030.
A pag. 4 è deliberato:
La cosa che si nota immediatamente è che si parla di VASCHE di accumulo mentre ne è stata realizzata soltanto 1 (una) a Palombina costata 1.188.000 €. E LE ALTRE VASCHE ?
Poi, seguendo il flusso del denaro pubblico investito, l’attenzione è catturata da un altro paragrafo della Delibera che parla di “altri interventi“:
Alla ulteriore curiosità, la risposta si trova sempre nell’ALLEGATO A della delibera dell’AATO 2:
Sembrerebbe proprio che con i soldi pubblici - 2.452.450 € - abbiamo risolto i problemi determinati dalla realizzazione di strade e ferrovie. Perchè abbiamo pagato 1.945.450 € di opere per Autostrade per l’Italia SpA/ ATLANTIA SpA della famiglia Benetton (722Milioni/€ di utile netto nel 2013)? Perchè abbiamo pagato 467.000 € per le strade della Quadrilatero SpA? Perchè 40.000 € al posto di RFI SpA?
Il conto della serva non lo certificherà mai nessuno, ma l’aritmetica è spietata lo stesso: se 1 vasca di accumulo di Palombina Vecchia è costata 1.188.000 €, con 2.452.450 € si potevano realizzare almeno altre 2 vasche di accumulo a Falconara Marittima !!!!
Quanti versamenti di liquami in mare si potevano evitare?
Loris Calcina - Presidente de l’Ondaverde ONLUS
Il Fatto Quotidiano torna a Falconara Marittima per una inchiesta (prima puntata) e racconta una storia di malattia, purtroppo comune a molti falconaresi.
Ringraziamo i giornalisti ANTONELLO CAPORALE e FLORIANA BULFON del FATTO QUOTIDIANO per la loro inchiesta che ha verificato (ancora una volta, dopo l’articolo sul bypass ferroviario
) che cosa accade a Falconara Marittima! Questa inchiesta, che avrà una seconda puntata, permette alle denunce dei cittadini falconaresi di essere conosciute dall’opinione pubblica nazionale,
Falconara Marittima (AN): insufficienti controlli ambientali e sanitari in quella che fino a pochi mesi fa era Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale (AERCA). Comitati ed Ondaverde hanno documentano la situazione ai Ministeri della Salute e dell’Ambiente, ai Deputati e Senatori delle Commissioni di Camera e Senato, al Presidente della Regione Marche e a tutti i Capigruppo del Consiglio.
CONFERENZA STAMPA 28 LUGLIO 2015
guarda servizio TGR Marche
L’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale (AERCA) è decaduta, ma dopo 15 anni registriamo un insufficiente controllo ambientale e sanitario sul territorio di Falconara Marittima (AN). Per questo motivo la situazione è stata illustrata con un DOCUMENTO ai Ministeri della Salute e dell’Ambiente , ai Deputati e Senatori della Commissioni, al Presidente della Regione Marche e ai Capigruppo del Consiglio. E’ stata chiesta la verifica ispettiva sulla situazione nonché la moratoria sull’attivazione di qualsiasi impianto industriale che debba essere sottoposto a V.I.A. o assoggettabilità a V.I.A.
Il documento è sostenuto anche da Italia Nostra Marche, Pro Natura Marche, Forum Paesaggio Marche, Terra Mater, Comitato Mal’Aria Falconara/Castelferretti.
Dopo 15 anni di AERCA (marzo 2000) e 10 anni di Piano di Risanamento (febbraio 2005), il territorio di Falconara Marittima ed i suoi cittadini non si ritrovano meglio di prima:
Ø Nel 2010, a 400 metri dal centro abitato di Castelferretti, è stata autorizzata una nuova industria insalubre di 1^ categoria che recupera o smaltisce rifiuti speciali pericolosi;
Ø Almeno dal 2006 (anche secondo una recentissima relazione di API raffineria ) le tre centraline di rilevamento della qualità dell’aria collocate in posizioni tali da registrare le emissioni provenienti dalla raffineria API a seconda della tipologia dei venti e/o delle brezze, raramente raggiungono la percentuale minima di funzionamento richiesta dalla normativa.
Ø Nonostante l’autorizzazione della ulteriore industria insalubre di 1^ categoria, non esiste una centralina di rilevamento nel quartiere Castelferretti potenzialmente impattato dalla suddetta industria.
Ø Dalla scarsa documentazione reperibile, non risulterebbero rilevamenti di metalli pesanti (Nichel, Vanadio, Piombo, Arsenico, Cadmio) da giugno 2000 a novembre 2012 e maggio 2013! Il Comune di Falconara Marittima ha scritto che gli risulta che quel tipo di rilevamenti risalgono ad oltre 10 anni fa e che non esisterebbero documenti di riepilogo di quei dati!
Ø Il BIOMONITORAGGIO della qualità dell’aria tramite licheni epifiti è insufficiente sul territorio di Falconara dato che manca la raccolta di dati di bioaccumulo per determinare la diffusione e la ricaduta degli elementi in traccia (metalli pesanti)!
Ø Le conclusioni dell’Indagine Epidemiologica dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano - Indagine prevista dal Piano di Risanamento AERCA e finanziata dalla Regione Marche - è rimasta nel cassetto della Regione Marche per 3 anni (dal 2011 al 2014) e, pertanto fino al novembre 2014 sconosciuta al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità!
Ø L’implementazione del Registro Tumori Regionale ha subito un ritardo ingiustificabile dal 2009 (DG Regione Marche N° 1298 del 3 agosto 2009) al 2015! Le conseguenze più evidenti di tale negligenza sono
1) La perdita irrimediabile, almeno per alcuni anni, dei dati anagrafici, sanitari ed epidemiologici, finalizzato a registrare e caratterizzare tutti i casi di rischio per la salute, ovvero di una particolare malattia o di una condizione di salute rilevante della popolazione marchigiana
2) L’esclusione del Sito inquinato di Interesse Nazionale di Falconara Marittima dall’AGGIORNAMENTO del 2014 dello Studio SENTIERI del Ministero della Salute poiché esso è stato possibile soltanto per quei SIN serviti dalla rete AIRTUM dei Registri tumori (Associazione Italiana dei Registri Tumori).
Per questi motivi parliamo di ingiustificabili trascuratezze nel monitorare un’AERCA di cui, ormai, dovevano essere noti e aggiornati tempestivamente tutti i dati e dove era necessario intraprendere un progressivo alleggerimento delle criticità.
Temiamo concretamente che l’area di Falconara Marittima possa essere sottovalutata per i rischi sanitari, ambientali e tecnologici e possa essere oggetto di ulteriori insediamenti industriali nocivi alla salute e all’ambiente!
Per questi motivi abbiamo chiesto un intervento di verifica ispettiva nei confronti di Enti e Amministrazioni responsabili della problematica e la moratoria sull’autorizzazione di qualsiasi impianto che debba essere sottoposto a V.I.A. o assoggetabilità a V.I.A. per le emissioni che produrrebbe nell’area di Falconara Marittima e nella ex AERCA Ancona, Falconara e Bassa Valle dell’Esino fino a che non sarà ripristinato un efficiente monitoraggio ambientale aggiornato con le migliori tecnologie disponibili.
scarica il comunicato stampa integrale
NO ALLE TRIVELLE NEI MARI ITALIANI! Alla richiesta di incontro delle associazioni ha risposto solo il Capogruppo regionale del M5Stelle.
Domani, 27 luglio, l’ALLEANZA avrà un incontro con il Capogruppo in Regione Marche Gianni Maggi (M5Stelle), l’unico ad aver risposto alla richiesta delle Associazioni.
COMUNICATO STAMPA
NO ALLA TRIVELLE NEI MARI ITALIANI
Le Associazioni Ambientaliste Marchigiane condividono per intero il contenuto della lettera del 20 luglio 2015 inviata da alcune importanti associazioni ambientaliste nazionali, all’attenzione dei Presidenti delle Giunta e del Consiglio Regionale.
In tale documento le Associazioni si rivolgono ai Presidenti delle Regioni affinché ogni Regione attivi ogni possibile strumento in suo possesso e intraprenda ogni azione per contrastare nell’immediato una delle peggiori aggressioni subite dai nostri mari negli ultimi decenni, dettata esclusivamente da interessi economici di corto respiro:
1. a cominciare dall’impugnazione di fronte al TAR degli atti autorizzativi delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi. Ci risulta che la precedente Giunta Spacca aveva deciso di impugnare lo “Sblocca Italia”; si chiede che tale decisione venga confermata e portata avanti dalla nuova Giunta regionale;
2. intervenendo sul Ministero dell’ambiente con una richiesta di moratoria dei decreti di VIA sino a quando non verranno adottati i piani delle aree previsti dal comma 1-bis dell’art. 38 del decreto legge n. 133/2014 da sottoporre a VAS;
3. chiedendo nel contempo al Ministero dell’Ambiente e a quello dello Sviluppo
economico che venga definito un Piano nazionale d’azione per la de- carbonizzazione che punti decisamente all’efficienza, al risparmio di energia e alle fonti rinnovabili garantendo un futuro all’Italia”.
Le associazioni marchigiane hanno scritto nei giorni scorsi ai componenti la Giunta regionale ed ai Capigruppo per far conoscere tali posizioni e chiedere un chiaro impegno della Regione Marche contro le trivelle e contro lo “Sblocca Italia” che è all’origine del problema, avendo sottratto alle regioni la competenza in merito.
L’Alleanza è costituita da Forum Paesaggio Marche, Italia Nostra Marche, Legambiente Marche, L’Onda Verde, Lupus in Fabula, Pro Natura Marche, Terra Mater, WWF Marche
Ancona, 24 luglio 2015