“Non ho commesso furti, non ho visto commetterli e non ho mai ricevuto denaro! Marco Capotondi, ex operaio licenziato da API raffineria, difende la sua dignità e non accetta la condanna penale per concorso morale nel furto di gas propano liquido ai danni di API raffineria! La video inchiesta che analizza i documenti processuali e le immagini dei furti di gas filmate dalla Guardia di Finanza.
Il 31 ottobre 2012 Marco Capotondi è stato condannato a 2 anni e 1 mese per concorso morale nel furto di gas propano liquido ai danni della raffineria API di Falconara Marittima (AN). E’ stato licenziato insieme ad altri 10 lavoratori ritenuti responsabili. Il 1 dicembre 2014 l’appello ha ridotto la condanna a 10 mesi.
Erano 32 anni che Marco lavorava in raffineria.
Capotondi non si è rassegnato a quello stigma: rivendica di non aver commesso i furti, di non aver visto chi li commetteva e di non aver mai ricevuto denaro. Da solo ha cercato di gridare la sua estraneità ai fatti con manifesti murali affissi a Falconara M. e ad Ancona. Mi hanno colpito i caratteri ed i colori funerei dei manifesti con cui ha tentato di mettere in pubblico la sua storia, la ricorrenza della parola morte nei testi. Così ho conosciuto Marco Capotondi. Con questo filmato - utilizzando i documenti giudiziari che lo riguardano, le immagini filmate dalla Guardia di Finanza e il suo racconto - ho cercato di aiutarlo nella sua determinazione a non cedere di un millimetro nel difendere la propria dignità e rivendicare il diritto ad avere il giudizio di Cassazione.
Loris Calcina per lo Staff comunicazione
Saluto all’amico MASSIMO DE PAOLIS
SALUTO ALL’AMICO MASSIMO DE PAOLIS
Dopo aver passato una vita per mari e per porti, nel 1993 sei approdato nel nostro piccolo quartiere di Fiumesino; un “paesello” abbastanza lontano dal caos cittadino, ma comunque vicino ai tuoi figli ed ai tuoi nipoti che adoravi. Un paesello che all’epoca era tranquillo, ancora a misura d’uomo, dove hai trovato amicizia e hai dato amicizia, tanto che sei diventato subito parte integrante e fondamentale nella vita del quartiere. Fin dall’inizio ti sei buttato anima e corpo nelle attività del Comitato di Fiumesino, impegnato già da allora a rivendicare i propri diritti ed a combattere le ingiustizie sociali, e poi, uniti e insieme, anche con i Comitati di Villanova e Ondaverde.
Tu, leale paladino della giustizia, cavaliere d’altri tempi, non potevi sopportare la negligenza e l’ignorante arroganza di certi politici ed amministratori pubblici bravi, forse, solo a chiacchiere. E più volte mi hai confidato la profonda amarezza che provavi per essere stato tradito da personaggi, politici e non, che ritenevi amici e ai quali avevi concesso la tua fiducia.
Sapiente e capace comandante ci hai insegnato a rimanere uniti, a difenderci, a combattere, a contrattaccare; faremo tesoro dei tuoi preziosi insegnamenti! Ci dicevi: “non bisogna mollare MAI… e perché sennò è finita!” questa frase con la quale ci ammonivi spesso, non la dimenticheremo, CE LA METTEREMO TUTTA PER NON MOLLARE MAI!
Hai combattuto con noi fino addirittura a poco tempo fa, quando invece hai dovuto affrontare un’altra ultima battaglia. Una battaglia di quelle in cui non ci sono né vincitori né vinti, ma solo la realtà ineluttabile della morte. Una ineluttabilità che comunque non placa il dolore che provo, e proviamo, per la perdita di un amico, sempre presente con un aiuto, un consiglio, un punto di riferimento, un faro acceso notte e giorno. Tu sapevi della tua fine imminente e l’hai affrontata con dignità, a testa alta e sguardo fiero, proprio come hai sempre affrontato tutte le avversità che hai incontrato: dai mari in burrasca a bordo della tua motovedetta della Guardia Costiera, alle alluvioni qui nel quartiere, alle battaglie contro l’inquinamento o contro il maledetto by-pass ferroviario.
Ricordo che ogni tanto, durante le nostre chiacchierate, dicevi spesso con quel tuo leggero accento civitavecchiese: “la vita è una fregatura, perché non c’è niente da fa’…tocca morì!” e poi “io non c’ho paura de’ morì, spero solo de soffrì il meno possibile!“
Già, caro Massimo, la morte non ti faceva paura, perché la morte non è una sconfitta, ma affrontarla è una vittoria!
Ciao Massimo, Morior invictus!
Franco Budini (Presidente del Comitato quartiere Fiumesino di Falconara M.)
E’ scomparso l’Ammiraglio MASSIMO DE PAOLIS, amico e generoso artefice delle battaglie per la sicurezza, la salute e l’ambiente dei Comitati dei quartieri Fiumesino e Villanova di Falconara M.
I Comitati Cittadini falconaresi di Fiumesino, Villanova e l’Ondaverde ONLUS piangono la scomparsa dell’Ammiraglio MASSIMO DE PAOLIS, compagno di lotte ma, soprattutto, grande AMICO.
Massimo, arrivato a Fiumesino nel 1993, si è inserito subito nel contesto sociale del quartiere, stringendo forti legami di amicizia con tutti noi.
Si è sempre impegnato in prima persona nelle nostre battaglie sociali, per la sicurezza, per la salute, per l’ambiente, mettendo a disposizione con generosità il suo grande bagaglio di conoscenze professionali. le sue doti umane ne hanno fatto uno dei pilastri dei Comitati e resterà per tutti noi un esempio di coerenza, onestà e lealtà.
Certi che gli avrebbe fatto piacere, lo ricordiamo anche con la pubblicazione di immagini che hanno segnato momenti di battaglia e sofferenza comune: le conferenze stampa, gli esposti alla Procura della Repubblica, le interviste, l’alluvione del 2006, la denuncia dell’inquinamento da idrocarburi delle acque di falda, l’incontro con il Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente V. Calzolaio, la denuncia dello scempio del bypass ferroviario. 15 anni di battaglie indimenticabili!
Grazie MASSIMO!
A nome degli associati dei Comitati e de l’Ondaverde: Franco Budini - Alfredo Campanelli - Loris Calcina
BYPASS ferroviario API e progettazione degli studenti della Politecnica delle Marche: il condivisibile punto di vista della lettera aperta dell’Arch. Carlo Brunelli!
In relazione agli approfondimenti e alle idee che gli studenti della Facoltà di Ingegneria della Politecnica delle Marche saranno sollecitati ad elaborare a seguito del progetto del cosiddetto by-pass ferroviario API di Falconara Marittima, rilanciamo il condivisibile punto di vista che l’Arch. Carlo Brunelli ha espresso nella seguente lettera aperta agli studenti.
Staff comunicazione l’Ondaverde ONLUS e Comitati dei quartieri Fiumesino e Villanova
http://xfalconara.blogspot.it/
Lettera aperta agli studenti del corso composizione architettonica e urbana e di urbanistica
La formazione universitaria è essenziale per la maturazione della figura professionale che voi, oggi studenti, andrete ad assumere nella società.
Uno dei fondamenti che la formazione universitaria deve comunicarvi è che quella dell’architetto o dell’ingegnere non è soltanto una figura professionale privata, ma una figura che assume un ruolo importante nella società - e quindi una responsabilità sociale - in quanto depositario di un sapere e di una cultura. A chi chiederanno parere sulla qualità di una costruzione o di una scelta urbanistica se non a voi architetti ed ingegneri in quanto in grado - per formazione - di un tale discernimento?
Non credete nel volgare luogo comune di ridurre l’architettura ad opinione, in quanto dipendente da un’estetica soggettiva. L’architettura è un sapere, e una buona o una cattiva architettura sono tali al di là delle diverse scelte stilistiche. Se così non fosse allora anche la bellezza di opere architettoniche del passato sarebbe questione di opinione soggettiva, per cui un architetto potrebbe legittimamente affermare che il Duomo di Ancona è una opera architettonica errata o di nullo valore. E se quell’architetto avesse una carica politica o fosse capace di influenzarne l’azione si potrebbe addirittura ritenere legittimo abbattere il Duomo di Ancona perché ritenuto brutto.
No. L’architettura non è un’opinione e le opere, architettoniche, edilizie o urbanistiche, si distinguono in opere giuste, coerenti, adeguate rispetto a quelle ingiuste, incoerenti e inadeguate. E la formazione universitaria deve darvi, anche attraverso l’esempio, gli strumenti di giudizio per operare con scrupolo e senso di valore etico il necessario riconoscimento di questa distinzione.
Il ruolo sociale del professionista, Ingegnere o architetto, entra profondamente anche nel senso e nel fine dell’agire. Per che cosa o per chi un professionista opera? Certo per il committente, che gli chiede una prestazione. Certo per se stesso, in quanto attraverso la parcella professionale vive e può continuare ad operare. Tutto qui? No di certo. Un professionista, in quanto assume un ruolo sociale, deve operare nel bene della società, per migliorare le condizioni dello spazio urbano e rendere più confortevole l’abitare, più bella la città e più adeguata alle reali esigenze.
Anche questo, soprattutto oggi, deve essere un fondamento nella formazione del professionista di domani.
Allora dovere sapere che il corso che vi apprestate a seguire, perché per voi è stato pensato e preparato, si basa sulla realizzazione futura di un’opera sbagliata: il by-pass ferroviario dell’API. Un’infrastruttura incoerente, inutilmente impattante sul territorio e oltremodo costosa. Un’opera dalla quale trae vantaggio solamente un’azienda, molto potente, che occupa da decenni un territorio fragile continuando a produrre inquinamento, danni all’ambiente ed alla salute degli abitanti. Un’opera che i cittadini di Falconara non vogliono e che ha portato il Consiglio Comunale a chiederne all’unanimità il ripensamento verso una soluzione più coerente, più “giusta” sotto il profilo urbanistico, trasportistico ed ambientale.
Ma a voi non viene chiesto un giudizio su questa opera. Vi viene imposto di accettarla senza dare giudizi, come se la cosa non vi riguardasse. E invece vi riguarda. Vi riguarda perché proprio voi e solo voi dovreste avere gli strumenti per dire che quell’opera è sbagliata.
E perché invece, tra tanti argomenti di attualità ed urgenti che si potrebbero assumere a base di un corso di composizione (pensiamo al problema casa per le giovani generazioni, alla gestione dell’immigrazione, ai cambiamenti climatici nelle città costiere o fluviali, al futuro delle aree industriali dismesse…) vi fanno esercitare sul ridisegno del territorio dopo la realizzazione di un’opera devastante per il territorio?
Perché questa è l’immagine della figura professionale che vi stanno costruendo addosso: un professionista che non si sente socialmente responsabile, che non giudica e che è pronto a fare ciò che gli viene chiesto. Magari, in quanto architetto, preoccupato solo di compiere opere decontestualizzate ed esteticamente “alla moda” (si, perché essendo l’estetica ridotta a questione soggettiva non può che vivere, come l’abbigliamento, attraverso stagioni di moda che tutti sono chiamati a seguire per stare nel mercato…).
Vi stanno preparando ad essere semplici imbellettatori di realtà condizionate da scelte improprie che fanno a pezzi la città e il territorio perché rispondenti a logiche economiche lontane da quelle dell’architettura delle città o delle funzionalità trasportistiche. Scelte rispetto alle quali voi dovete restare estranei, muti e indifferenti, preoccupati solo di soddisfare il committente di turno, di eseguire bene gli ordini che vi vengono impartiti. Come soldati vi stanno formando. E come soldati un giorno risponderete, di fronte alle conseguenze delle cattive scelte urbanistiche nelle quali sarete in vario modo coinvolti: “che potevamo fare? Noi eseguivamo ordini.”.
No cari ragazzi, futuri architetti ed ingegneri. L’architetto o l’ingegnere non è un soldato.
Voi potete e dovete, in quanto responsabili di un sapere importante e antichissimo, essere liberi di dire di no di fronte ad una richiesta che contraddice la vostra disciplina.
Se vi chiederanno di dare qualità architettonica ad un muro alzato per bloccare il cammino dei profughi di guerra dovete essere liberi di dire no, con fermezza ed autorevolezza. Di fronte ad un’opera scellerata che massacra il territorio e palesemente incoerente con il disegno di una città dovete sentirvi in dovere di dire di no e di arrivare persino, secondo coscienza a rifiutare un incarico, se lo ritenete contrario ai principi dell’Architettura.
Ma vi vogliono soldati muti. Interessati solo di prendere incarichi e parcelle a qualunque costo.
Come escort, vi vogliono. Privi di dignità e disponibili a concedervi completamente alle voglie di chi vi paghi meglio.
Oggi siete ancora ragazzi innocenti, con una speranza nel cuore ed una vostra dignità da costruire sul valore dell’onestà. Onestà e rispetto prima di tutto verso voi stessi.
Non lasciate che vi facciano diventare persone senza valore.
Pretendete oggi di capire e di pretendere quello che sarete domani. Parlatene coi vostri docenti e chiedete di lavorare su temi che parlano della qualità, della correttezza e della bellezza nell’architettura e nelle città.
postato da Carlo Brunelli architetto @
Ci ha lasciato Franco Grasso, stimatissimo Caporedattore di éTV Marche
Nell’esprimere le nostre sentite condoglianze alla Famiglia di Franco Grasso e alla Redazione di éTV Marche, vogliamo ricordarlo come una delle pochissime figure del giornalismo locale che ha garantito diritto di parola sul tema dell’eccesso dei tumori nell’area di Falconara Marittima in anni (2008 - 2009) in cui emittenti pubbliche si sono piegate a precisi interessi economici e convenienze politiche.
Quando Franco Grasso, nella sua veste di Caporedattore di èTV Marche, diede spazio al grido di denuncia della cittadinanza attiva sullo scottante ed ancora attualissimo problema della salute, non garantì soltanto il diritto all’informazione come dovrebbe fare ogni buon giornalista, ma diede un’impronta indelebile di LIBERTA’ e SENSIBILITA’ alla Redazione di éTV Marche, doti che unite alla professionalità ancora oggi caratterizzano i giornalisti che compongono la splendida redazione di èTV Marche.
Staff comunicazione de l’Ondaverde ONLUS e dei Comitati dei quartieri Fiumesino e Villanova di Falconara M.
ESALAZIONI DI IDROCARBURI: l’assemblea/protesta di oltre 250 cittadini per denunciare l’immobilismo di Regione Marche e Comune di Falconara Marittima nei confronti della raffineria API che non trova economicamente conveniente investire sulla tecnologia del recupero dei Composti Organici Volatili ai terminali delle petroliere. Ma dal 2013 il fuori esercizio della centrale termoelettrica IGCC dell’API ha migliorato la situazione dell’aria: meno, ammoniaca, ossidi di azoto e di zolfo, monossido di carbonio e polveri totali. Ed in mare non vengono immesse più dalle 22 alle 28 t. di cloro! I falconaresi: da qui non vogliamo più tornare indietro!
Guarda i filmati
https://www.facebook.com/luca.biasin/videos/10207340242120628/
https://www.facebook.com/luca.biasin/videos/10207340063476162/
L’assemblea/protesta tenuta da circa 250 cittadini falconaresi nella piazza centrale di Falconara Marittima aveva ed ha raggiunto l’obiettivo di informare la cittadinanza che non usa internet e i social su quanto sta accadendo in seguito alle ripetute esalazioni di idrocarburi, come quelle diffusesi domenica 28 agosto. Precisato che ancora non c’è certezza se le esalazioni che hanno ammorbato la città siano state prodotte durante lo scarico/carico di una petroliera ad uno dei terminali di API raffineria oppure da uno dei serbatoi che hanno ricevuto lo scarico di una petroliera, la vicenda ha permesso di focalizzare ancora una volta una situazione di arretratezza tecnologica avvallata dai decisori tecnici e politici. Se dal 2003 - anno di Rinnovo della Concessione alla raffinazione da parte della Regione Marche - i Composti Organici Volatili (COV) emessi dal complesso della raffineria API sono aumentati da 211 t/anno a 239 t/anno (2014, ultimo dato fornito dall’azienda) significa che 11 anni di progressi tecnologici non hanno riguardato perlomeno i terminali petroliferi API. Ovvero: dal 2003 la Regione Marche non ha mosso un dito per far ridurre le emissioni diffuse di COV nonostante che fosse previsto nella prescrizione n° 24 del suo Decreto di Concessione.
Poi la stessa prescrizione contenuta nell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) del 2010, è stata vanificata il 12 giugno 2013 dalla stessa Regione, dal Comune di Falconara M. e dalla Provincia di Ancona che non hanno trovato di meglio che condividere e prendere atto che API raffineria non ha ritenuto economicamente sostenibile applicare le migliori tecnologie per l’abbattimento dei COV.
Altro argomento svolto dall’assemblea/protesta ha riguardato l’efficacia delle puntuali segnalazioni che i cittadini (tramite l’Ondaverde Onlus) inviano a tutte le Autorità ogni volta che si verificano eventi che hanno ripercussioni sull’ambiente e sulla vivibilità della città. Nel 2015 uno dei controlli effettuati dall’ISPRA proprio in conseguenza della segnalazione del copioso invio di gas in torcia del 1 e 2 gennaio 2015, ha mostrato un’altra arretratezza tecnologica dell’impianto: infatti nell’evento, l’azienda non ha effettuato il campionamento del gas (per determinare la composizione degli inquinanti). Segno che non ha il campionamento automatico che, al contrario, possiedono tutte le altre raffinerie! E’ vero che è scattata la sanzione amministrativa, ma Ministero dell’Ambiente, Regione Marche, Provincia di Ancona e Comune di Falconara M. che siedono al tavolo della concessione dell’AIA hanno chiuso gli occhi sulla mancanza del campionamento in automatico del gas inviato in torcia?
Quando poi API è dotata degli strumenti per individuare parti di impianti che lasciano esalare i COV e li individua, non trova di meglio che NON RISPETTARE la normativa che recita:
Certo viene diffidata e sanzionata, ma nell’aria quei COV se li respirano i lavoratori e i cittadini.
Infine la notizia positiva: da quando la centrale termoelettrica IGCC è stata fermata nel 2013, qualcosa è migliorato nel mare e nell’aria di Falconara M.
Nel mare ogni anno non sono stati immessi dalle 22 alle 28 t. di CLORO! Ogni anno 306 Milioni di mc di acqua di mare (pari a più di 8 volte l’acqua del lago di Castreccioni, Cingoli!) non sono state usate per raffreddare la centrale e restituita con una temperatura superiore di circa 5,5°C.
In aria, ogni anno, NON SONO STATE IMMESSE ~ 7 t. di AMMONIACA, tra 3 e 10 t. di POLVERI TOTALI, tra 83 e 439 t. di MONOSSIDO DI CARBONIO, tra 113 e 174 t. OSSIDI DI ZOLFO, tra 584 e 665 t. di OSSIDI DI AZOTO!
NON DOBBIAMO PIU’ PERMETTERE CHE 1 SOLO GRAMMO DI QUESTE SOSTANZE NOCIVE SIANO REINTRODOTTE NEL MARE E NELL’ARIA DI FALCONARA MARITTIMA!
Staff comunicazione Comitati e Ondaverde Onlus