Incendio Casali SpA di Falconara M: il Pubblico Ministero ha chiesto l’archiviazione del procedimento penale poiché ritiene atti involontariamente colpevoli (mancanza di dolo) sia il mancato funzionamento del presidio telefonico comunale per le emergenze ambientali, sia la mancata acquisizione di una delle due certificazioni del Pronto soccorso dell’Ospedale Regionale, sia il mancato rilevamento delle sostanze inquinanti che si erano diffuse nelle zone Centro e Centro Sud di Falconara Marittima. Ondaverde e Mal’Aria si sono opposte all’archiviazione! Consegnato al GIP il documento che prova che 5 mesi prima dell’incendio erano state impartite le direttive per il funzionamento del telefono per le emergenze ambientali che, al contrario, risultò sguarnito la mattina dell’incendio perché il Comandante della Polizia Municipale era in ferie!
CONFERENZA STAMPA 20 giugno 2019
MOTIVI DELL’OPPOSIZIONE ALL’ARCHIVIAZIONE DEL PROCEDIMENTO RELATIVO ALL’INCENDIO PRESSO LA DITTA CASALI SPA DEL 17 LUGLIO 2015
guarda l’incendio
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Il procedimento penale per l’incendio sviluppatosi presso l’azienda Casali SpA il 17 luglio 2015 rischia di essere archiviato.
Il Pubblico Ministero ha formulato la richiesta poiché nella mancata attivazione del telefono per le emergenze ambientali del Comune di Falconara non ha ravvisato l’intenzione (dolo) ma un atto involontariamente colpevole.
Ondaverde Onlus e il Comitato Mal’Aria Falconara/Castelferretti, si sono immediatamente attivati con l’opposizione all’archiviazione che, se avvenisse, risulterebbe una beffa per i cittadini di Falconara che furono ammorbati dalle esalazioni dell’incendio che determinò il ricorso al Pronto Soccorso di due residenti.
Con la nuova documentazione prodotta a sostegno dei motivi dell’opposizione, Ondaverde e Mal’Aria hanno proposto al Giudice delle Indagini Preliminari di optare per una prosecuzione dell’inchiesta poiché:
Ø il numero verde per le emergenze ambientali che i cittadini non riuscirono a contattare aveva una precisa organizzazione di mezzi e personale già predisposto a febbraio 2015 (5 mesi prima dell’incendio) da parte dei Dirigenti del Comune di Falconara. Quella organizzazione aveva funzionato fino al giorno in cui l’ex Comandante della Polizia Municipale andò in ferie. Alle 5 del 17 luglio 2015 i cittadini che telefonarono non trovarono nessuna risposta perché il responsabile o i responsabili dell’Amministrazione comunale non si curarono di far funzionare quella linea telefonica nonostante la preventiva comunicazione del suo periodo di ferie inviata loro dall’ex Comandante il 6 luglio 2015, ben 11 giorni prima dell’incendio!
Ø La mancata attivazione della linea telefonica dedicata alle emergenze ambientali la mattina dell’incendio ha impedito ai responsabili del Comune di avere una tempestiva ed appropriata conoscenza circa l’oggettiva diffusione delle esalazioni e, dunque, ha impedito di avere un comportamento proattivo nei confronti dei Responsabili dell’ARPAM sul campo, al fine di una differente dislocazione sul territorio falconarese del Laboratorio mobile per la rilevazione della diffusione delle esalazioni. Infatti, se con le telefonate dalle ore 5 del 17 luglio 2015 (come risultante dalle testimonianze dei cittadini che telefonarono), l’Amministrazione comunale avesse assunto le informazioni che assume SEMPRE al momento della segnalazione dei cittadini (riguardanti le generalità della persona, luogo da cui proviene la chiamata, tipologia delle esalazioni percepite e durata temporale delle stesse), essa avrebbe potuto comunicare all’ARPAM la reale diffusione delle esalazioni nella zona SUD di Falconara Marittima, che essendo, tra l’altro, sguarnita di centraline fisse di rilevamento della qualità dell’aria, per l’occasione poteva essere monitorata con il laboratorio Mobile che, al contrario, fu lasciato nei pressi della esistente centralina fissa della RRQA di Falconara Acquedotto, insomma ben lontana dal luogo della diffusione delle esalazioni. In sostanza mentre dalle ore 5 del 17.07.2015 (per il tramite del numero 800122212 emergenze ambientali) iniziavano gli inutili tentativi di segnalazione delle esalazioni provenienti dalle zone di Falconara Centro/SUD e SUD, alle ore 5,30 l’ARPAM stava facendo rilevamenti nella zona di Falconara NORD (via Marconi e Fiumesino) e MAI, in quella mattina, i Tecnici dell’ARPAM si indirizzarono O FURONO INVITATI ad effettuare rilievi nelle zone di Falconara Centro/SUD e SUD.
Ø Poi c’è il “giallo” dei due referti del pronto Soccorso non acquisiti e/o prodotti agli atti della Procura. Uno riporta la DIAGNOSI di “LIEVE INTOSSICAZIONE DA MONOSSIDO DI CARBONIO“, tipica sostanza che si forma con la combustione come quella occorsa nell’incendio presso l’Azienda Casali. Ma ambedue i referti assumono rilievo anche con riguardo al mancato funzionamento del telefono per le emergenze ambientali: precisamente, via Pergolesi e Piazza del Municipio a Falconara sono le residenze delle due cittadine falconaresi recatisi al Pronto Soccorso dell’Ospedale Regionale delle Marche a Torrette, residenze ubicate nella zona di Falconara Centro, la zona rimasta, insieme a quella sud, sguarnita dalle rilevazioni degli inquinanti diffusisi con l’incendio del 17 luglio 2015.
Gli orari di arrivo al Pronto Soccorso delle due cittadine - alle ore 5,40 e alle ore 6,09 - al netto del risveglio, della decisione e del viaggio in auto, indicano che mentre esse si apprestavano ad avviarsi al Pronto Soccorso, altri cittadini di Falconara stavano telefonando invano al numero delle emergenze ambientali che, se avesse invece funzionato, avrebbe permesso, come detto, all’Amministrazione comunale (e, quindi, a chi è tenuto ad attivarsi per essa) di conoscere la reale diffusione delle esalazioni e chiedere ai Tecnici dell’ARPAM (che a quell’ora e in seguito limitarono le rilevazioni alla zona di Falconara Nord) di eseguire rilevamenti nelle zone centrali e a sud della città.
Infine non possiamo non sottolineare un aspetto che, pur non inerente ai motivi dell’opposizione all’archiviazione, ha lasciato MOLTO preoccupate l’Ondaverde Onlus, il Comitato Mal’Aria e i cittadini falconaresi che erano stati aggrediti nel sonno dalle esalazioni sprigionatesi dall’incendio di 36 tonnellate di guaina bituminosa e 5 tonnellate di fibra poliestere: dalle verifiche effettuate dai VV.F. “non sono emersi elementi che fanno risalire all’origine e alla causa dell’incendio, così come non sono emersi elementi che possano far risalire ad un eventuale origine dolosa dell’incendio“.
Quindi l’incendio presso la ditta Casali Spa rientra tra quel 70% che, secondo le statistiche dei Vigili del Fuoco, è di origine non accertata.
Ci chiediamo: se la causa non è nota, essa potrebbe innescarsi nuovamente poiché dall’incidente del 17 luglio 2015 non sono stati apportati accorgimenti e modifiche indispensabili al fine di prevenirla?
Staff comuncazione Ondaverde Onlus e Comitato Mal’Aria Falconara/Castelferretti
approfondisci sull’incendio gli articoli del 2015 e 2016
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