Raffineria Api, l’operaio Francesco Fiore morto ustionato a giugno 2013: chiesta condanna per l’Amministratore Delegato API, il Responsabile del settore manutenzione API, il Responsabile del reparto ispezione API, il Dirigente del settore operazioni API, il Dirigente del settore produzione API e il Legale Rappresentante della Ferplast, l’azienda che aveva in carico i lavori all’API!
Rilanciamo l’importante notizia “bucata” da tutti i quotidiani locali e, meritoriamente, centrata dal quotidiano on line LeccePrima e Ancona Today che ringraziamo.
http://www.anconatoday.it/cronaca/raffineria-api-operaio-morto-processo.html
rileggi anche
http://www.anconatoday.it/cronaca/morto-francesco-fiore-incidente-api-falconara.html
Tre anni per tutti gli imputati, con l’accusa di omicidio colposo in concorso. E’ la pena chiesta dal pm Irene Bilotta (foto in basso) nel processo che cerca la verità sulla morte di Francesco Fiore, l’operaio di Veglie di 54 anni morto il 18 giugno del 2013 dopo un’agonia di venti giorni. Fiore fu vittima di un incidente sul lavoro nello stabilimento di Falconara Marittima che fa capo all’Api raffineria Spa di Ancona. Come riporta anche LeccePrima, ieri si sono tenute requisitoria e discussioni delle parti civili e dei difensori. Il processo è stato aggiornato poi al 4 luglio per le repliche dei soli difensori. Sempre in quella data, ci sarà anche la lettura del dispositivo da parte del giudice monocratico Francesca De Palma.
Per la vicenda, sono finiti a giudizio l’amministratore delegato dell’Api raffinerie anconetana (facente capo al gruppo industriale attivo nell’energia) Giancarlo Cogliati, 61enne di Varese varesino; Francesco Lion, 64enne di Padova e responsabile del settore manutenzione; Michele Del Prete, 46enne di Falconara Marittima e responsabile del reparto ispezione; Pierfilippo Amurri, 59enne della provincia di Ancona e dirigente del settore operazioni; Monica Mais, 49enne di Senigallia e dirigente del settore produzione; Antonio Palma, 66enne di Taranto e legale rappresentante della Ferplast, l’azienda che aveva in carico i lavori nell’Api per i quali furono inviati nelle Marche Fiore e un suo collega, Gianni Calcagnile, 49enne, anch’egli di Veglie. Rimase ferito nelle stesse circostanze.
La ricostruzione dell’incidente
Stando alle ricostruzioni della Procura, Fiore e Calcagnile, alla fine di luglio del 2013, arrivarono nella raffineria marchigiana per alcuni lavori, ma rimasero investiti da getti di vapore mentre operavano su alcune valvole di sicurezza. Fiore fu trasportato in ospedale, a Cesena, e morì la notte del 18 giugno 2013. Aveva lesioni sul 75 per cento del corpo. Calcagnile rimase gravemente ferito, ma si salvò. Per la Procura, gli imputati sarebbero tutti implicati nell’organizzazione e nell’esecuzione dei lavori su tredici valvole di sicurezza dell’impianto a vapore dello stabilimento, che, però, sarebbe stato in funzione, anziché fermo, con il rischio che avvenissero incidenti dovuti alla fuoriuscita di getti, in particolare nel corso delle operazioni di smontaggio di ogni singola valvola. L’accusa ha ravvisato anche altre presunte omissioni: le valvole non sarebbero state dotate di sensori di prossimità che permettessero di verificarne la chiusura dalla sala controllo e non sarebbero nemmeno stati disposti controlli sulla loro messa in sicurezza.
C’è già stato un primo verdetto
L’Api raffineria Spa di Ancona è assistita dall’avvocato Carlo Federico Grosso; la Fer.plast srl Taranto, anch’essa chiamata come responsabile civile, dall’avvocato Michela Soldo; gli imputati sono difesi dagli avvocati Luigi Matteo, Fulvio Simoni e Jacques Fosson. Per i famigliari, che si sono costituiti nel processo, gli avvocati Massimo Zecca, Giovanni Marzano e Giuseppe De Bartolomeo. Nella vicenda, c’è già stato un primo verdetto che risale al gennaio del 2016. Un 45enne, addetto della messa in sicurezza dell’impianto di Falconara, giudicato in abbreviato, è stato condannato a sei mesi di reclusione, con pena sospesa, per omicidio colposo.
Lascia un commento
Rispondi
« Colpo di mano della Giunta Regionale delle Marche: FUORI I CITTADINI DAL CONFRONTO SU SICUREZZA, AMBIENTE E SALUTE riguardante la raffineria API di Falconara Marittima. Calpestata la convocazione dei Ministeri della Salute e dell’Ambiente che il Prefetto di Ancona aveva chiesto di indire al Sindaco di Falconara appena 3 mesi fa (8 febbraio 2019), all’ultimo tavolo prefettizio con i cittadini, la Regione, il Comune, l’ARPAM, l’ARS.
Una densa e compatta colonna di fumo nero emessa dalla torcia della raffineria API ha allarmato i cittadini di Falconara Marittima. “Disservizio elettrico che ha causato il blocco di processo di alcuni impianti” ha comunicato l’azienda al Comune. La nube nera trasportata verso mare dal vento che, ormai, sembra essere l’unico capriccioso alleato dei cittadini. Ondaverde Onlus ha inviato una segnalazione a ISPRA, Arpa Marche, Comitato Tecnico Regionale e Ministero dell’Ambiente chiedendo anche che venga disposta “…una visita ispettiva straordinaria presso lo stabilimento…” »