Via libera ad un altro metanodotto di raccordo con quello futuro del rigassificatore API. Contrasta con il Piano Regolatore ma il Comune di Falconara se ne frega! I 3.400 metri del metanodotto API e l’impianto di regolazione e misura vìolano il Piano di Risanamento dell’Area ad Elevato Rischio. Regione e Comune se ne fregano!
Su richiesta del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e su istanza della Società SNAM rete gas il Comune di Falconara Marittima ha approvato la conformità urbanistica “di un breve tratto di nuova condotta principale di collegamento al futuro impianto di API Nòva Energia“.
Non solo metanodotti ma anche un’area di impianto di 8.000 mq.
Di fatto l’opera segna l’inizio dell’infrastruttura a supporto del rigassificatore di GNL di API.
Il Dirigente dell’Urbanistica del Comune dichiara - nero su bianco - che l’allacciamento preteso dal MISE “contrasta con il Piano Regolatore della città” poiché “non è prevista la destinazione d’uso per impianti tecnologici per i servizi di rete“.
Ed inoltre “sotto l’aspetto paesaggistico contrasta con il divieto di alterazione dei residui caratteri tradizionali dell’insediamento rurale agronomico-colturale” e per “l’abbattimento della vegetazione arbustiva e arborea“.
Ma al Comune di Falconara Marittima non frega niente, ha approvato.
Come non frega niente al Ministero per i Beni e le Attività Culturali (la Sovrintendenza delle Marche) il quale minimizza: “l’impianto in parte interrato, e le strutture fuori terra risultano mitigabili e con scarso impatto sul contesto paesaggistico“.
Appunto: da sole sono mitigabili e scarso - ma non nullo - è l’impatto paesaggistico …
Ma poi, connesso a quell’impianto della SNAM arriverà tutto il resto che si cumulerà su una zona che TUTTI dimenticano essere un’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale (AERCA) e che come tale dovrebbe essere risanata in base a ciò che individuò il Piano di Risanamento della Regione Marche…
Come l’Obiettivo H del Piano di Risanamento: mitigazione del rischio tecnologico - Linea d’Azione H1: interventi di riduzione del rischio industriale!
Obiettivo e Linea d’Azione completamente ignorati, in primo luogo da Regione Marche e Comune!
Dunque è opportuno elencare che cosa si ammasserà su questo territorio: al di sotto o di fianco all’altro scempio che va sotto il nome di by pass ferroviario sarà installato l’impianto di regolazione e misura del metano proveniente dal rigassificatore API (REMI) che occuperà un’area di altri 4.500 mq (a fianco di quello SNAM) e che sarà caratterizzato da uno scenario incidentale di jet-fire a cui sono associate aree di danno (come segnala il Nulla Osta di Fattibilità dei Vigili del Fuoco delle Marche). Ma è tutto a posto: i VVFF hanno preso atto della dimostrazione di compatibilità ambientale che l’API ha fornito per quell’impianto!
Poi ci saranno i 3.400 m. lineari del metanodotto che correrà nel territorio determinando un vincolo di inedificabilità di 30 m. per tutta la sua lunghezza. Servitù che andrà letteralmente a sezionare
il Parco Territoriale, il Parco del Cormorano, una nuova zona produttiva individuata dal PRG di Falconara M. e terreni condotti a seminativo. E’ bene ricordare con le parole del Verbale del CTR Marche/VVFF del 8/7/2009 che il rischio esiste anche per un metanodotto qualora “una eventuale perdita trovi un innesco. Nonostante il metanodotto sia interrato“.
Ma a Regione e Comune di Falconara non frega nulla.
Non interessa che il tracciato a terra del metanodotto è collocato sia all’interno della Zona di Tutela B del Piano di Rischio Aeroportuale la quale individua lo spazio aereo d’avvicinamento alla piattaforma aeroportuale, sia all’interno della Zona di Tutela A del Piano di Rischio Aeroportuale la quale individua lo spazio aereo immediatamente a ridosso della piattaforma aeroportuale nelle quali sono vietate le attività che possono creare pericolo d’incendio , esplosione e danno ambientale.
E che dire del Piano straordinario previsto dall’art. 67, comma 2, del D.Lgs.vo n° 152/2006, diretto a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico, il quale contiene in particolare l’individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico molto elevato per l’incolumità delle persone e per la sicurezza delle infrastrutture e del patrimonio ambientale e culturale?
Nulla, non si dice nulla … Anzi lì sotto ci si piazzerà un metanodotto e a noi ritorna in mente quanto scritto dal CTR/VVFF Marche: il rischio esiste anche per un metanodotto qualora “una eventuale perdita trovi un innesco. Nonostante il metanodotto sia interrato“!
Andate a curiosare su youtube o su google che cosa è accaduto in seguito alla rottura di un metanodotto di SNAM rete gas a Tarsia (Cosenza) l’11 febbraio 2010 http://www.youtube.com/watch?v=JdQ2hlUbBfs
http://www.youtube.com/watch?v=7dCF_KN-FHA
1122010-esplosione-conduttura-del-gas-il-giorno-dopo
oppure ad Appomattox (North Virginia) il 14 settembre 2008, http://www.youtube.com/watch?v=r2ths0YAgZs&feature=related
oppure ad Ath (Belgio) il 30 luglio 2004 (15 morti e 100 feriti).
http://www.repubblica.it/2004/g/sezioni/esteri/esplobelgio/esplobelgio/esplobelgio.html
- Cos’è un Jet Fire
- letteralmente “dardo di fuoco” di norma descrive il fenomeno fisico derivante dall’innesco immediato di un getto di liquido o gas rilasciato da un contenitore in pressione. Al predetto fenomeno si accompagnano, di solito, radiazioni termiche entro un’area limitata attorno alla fiamma, ma con la possibilità di un rapido danneggiamento di strutture/apparecchiature in caso di loro investimento, con possibili “effetti domino”. Guardalo:
http://www.youtube.com/user/michael451f?blend=18&ob=5#p/a/u/0/qPHWPefH3ys
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