RIGASSIFICATORE di Porto Viro (Rovigo) “Il raffreddamento dell’acqua di mare ha danneggiato l’ecosistema marino”. Segnalazioni ed indagini sono partite da Marzo 2010 … Tutti sapevano meno i tecnici, Spacca e la Giunta della Regione Marche!
Dal Corriere del Veneto.it
26 Luglio 2011
PORTO VIRO (Rovigo) - Le lavorazioni sul terminal gasiero al largo di Porto Levante per il raffreddamento del gas metano hanno danneggiato l’ecosistema marino. E’ questa la conclusione della procura rodigina, che ha chiuso le indagini riguardanti questo fascicolo. Due gli indagati, entrambi dirigenti di Adriatic Lng che gestisce il rigassificatore, per danneggiamento aggravato. Nella primavera dello scorso anno dall’Arpav polesana parte una segnalazione alla procura su una imponente presenza di schiuma giallognola in mare attorno al terminal gasiero, entrato in funzione un paio di anni fa, che arriva anche a lambire la costa pur essendo la piattaforma a circa 15 chilometri al largo. Gli accertamenti portano alla scoperta che a produrre questo sono le lavorazioni sul rigassificatore per raffreddare il metano, che poi viene immesso nellettt condotte e convogliato nella rete nazionale di distributore. Nessuno sversamento di materiale inquinante quindi, come dimostra una perizia di parte della Procura, ma «solo» un enorme sommovimento acqueo attorno al terminal. L’effetto più vistoso è la produzione di una rimarchevole quantità di schiuma che poi si propaga per chilometri arrivando anche a sfiorare la terraferma. Le conseguenze sull’ecosistema, afferma ancora la consulenza, sono di alterazione della clorofilla e del fitoplancton marino.
Antonio Andreotti
Alcuni mesi dopo l’avvio (a settembre 2009) dell’attività del rigassificatore di Porto Viro della Società GNL Adriatico le associazioni dei pescatori avevano osservato con preoccupazione la presenza di schiume attorno all’impianto e la morìa di fasolari e vongole di mare nelle acque veneziane e polesane. Fenomeni insoliti e inspiegabili alla luce della loro esperienza. Ovviamente, ancora oggi, non è dimostrata la connessione tra le morie e la schiuma alta e fitta (così è stata descritta dal presidente del Consorzio di sviluppo di Rovigo, Angelo Zanellato).
Questo di seguito è l’analisi dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
Sottolineiamo la data dell’intervento dell’ISPRA - Novembre 2010 - che avrebbe dovuto indurre i tecnici della Regione Marche e il “responsabile” Presidente Spacca ad assumere un atteggiamento precauzionale nei confronti di una problematica dalle conseguenze scientificamente ancora sconosciute!
L’ISPRA che già a Marzo 2009 era intervenuta sul rischio sterilizzazione del mare nel procedimento che riguarda il rigassificatore di Zaule (TS)
“…La sterilizzazione della massa d’acqua in ingresso determina l’eliminazione degli organismi costituenti lo zooplancton. Appare necessario, in uno studio di VIA, quantificare l’impatto di tale perdita degli organismi zooplanctonici in termini di effetti sulla produzione secondaria della Baia di Muggia e, in senso più ampio, dell’intero Golfo di Trieste“.
L’ISPRA, a portata di mano di qualsiasi ARPA e Regione … e la Regione Marche?
Staff Comitati
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5 Risposte to “RIGASSIFICATORE di Porto Viro (Rovigo) “Il raffreddamento dell’acqua di mare ha danneggiato l’ecosistema marino”. Segnalazioni ed indagini sono partite da Marzo 2010 … Tutti sapevano meno i tecnici, Spacca e la Giunta della Regione Marche!”
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Riceviamo e pubblichiamo dal Dott. Giuseppe Canducci
Resp. Gruppo Assembleare Regionale VERDI
Cardogna: “Assumiamo un atteggiamento precauzionale per non avere un secondo Porto Viro”
La procura rodigiana chiude le indagini riguardanti il fascicolo sul terminal gasiero al largo di Porto Viro: danneggiato l’ecosistema marino.
“Con la chiusura del fascicolo – esordisce Adriano Cardogna, capogruppo dei Verdi in Consiglio regionale – da parte della procura rodigiana riguardante il terminal gasiero al largo di Porto Viro che attesta l’alterazione dell’ecosistema e individua i responsabili (due dirigenti della ditta che gestisce il rigassificatore al largo di Porto Levante), trovano conferme le preoccupazioni rilevate prima di arrivare all’intesa sul rigassificatore che mi ha visto tra i contrari proprio per motivi tecnici, perché – continua il consigliere regionale – il 6 luglio scorso, durante il famoso consiglio regionale sul rigassificatore API, io, insieme ai consiglieri Busilacchi e Pieroni, sulle comunicazioni del presidente Spacca avevamo presentato una prima risoluzione, non approvata dal consiglio regionale, nella quale, tra le altre cose, riportavamo la brutta esperienza veneta che, seppur ancora non conclusa nelle sedi giudiziarie, doveva essere comunque da monito per rafforzare le garanzie ambientali dell’intera operazione. Riepilogo brevemente il fatto: nella primavera dello scorso anno si nota una imponente presenza di schiuma giallognola in mare attorno al terminal gasiero di Porto Viro (provincia di Rovigo), entrato in funzione un paio di anni prima, che arriva quasi vicino alla costa distante 15 km. Gli accertamenti fatti hanno portato alla scoperta che a produrre quella schiuma sono le lavorazioni sul rigassificatore per raffreddare il metano, con conseguenze disastrose per l’ecosistema marino dato che ci sono alterazioni della clorofilla e del fitoplacton. Ora – conclude Cardogna – alla luce dei fatti, sottolineo l’esigenza di collaborare a stretto contatto con l’ISPRA e l’ARPAM e riconfermo la necessità di assumere un atteggiamento precauzionale per non avere nelle Marche un secondo Porto Viro”.
Riceviamo e pubblichiamo da delpiero@units.it
era ora, anche i pescatori sono preoccupatissimi. grazie per l’inoltro e buon lavoro. d.
Riceviamo e pubblichiamo da Laura Sebastianelli
Mi sembra un buon contributo!
Riceviamo e pubblichiamo da Paola Frontini
ciao c’è questa petizione online, magari già lo sapete ma se spargiamo la voce… così aumentano
http://www.petizionionline.it/petizione/no-a-rigassificatori-e-centrali-nelle-marche/4493
Riceviamo e pubblichiamo dal Biologo Carlo Franzosini
La presenza di schiuma in superficie è un indicatore che contraddice i modelli impiegati per la simulazione degli effetti dello scarico d’acqua. Anziché posizionarsi sul fondo perché fredda, l’acqua di scarico - perché emulsionata al citoplasma delle cellule planctoniche distrutte durante il transito nell’impianto, tanto da formare le schiuma - ristagna in superficie.
Ci sarebbe di che impugnare tutti i documenti di VIA - per questo e per gli altri impianti - perché si fondano su presupposti sbagliati rispetto a quella che è la realtà dell’Adriatico. I modelli impiegati, sviluppati a partire dalle esperienze disponibili in ambiente oceanico (Atlantico, Pacifico), si basano su condizioni ambientali caratterizzati da una minore densità di plancton.