RIGASSIFICATORE API: L’INTERDIZIONE DELLA NAVIGAZIONE DANNEGGEREBBE PESCA E TURISMO

pubblicato il 7 Febbraio 2011 0

terminali-petroliferi API-zone-interdizione-transito-pesca-e-sosta. Situazione attuale

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Attualmente il traffico e lo scarico petrolifero da e per i terminali a servizio della raffineria API di Falconara Marittima è regolato da precise norme e relative Ordinanze della Capitaneria di Porto di Ancona riassunte nella mappa a fianco.

Alla piattaforma SPM (Single Point Mooring) - distante 16 Km da Falconara e 14 Km da Ancona - attraccano le petroliere più capienti.

Attorno alla SPM c’è un cerchio di mare di raggio 1 Km interdetto alla navigazione di altri natanti ed un altro cerchio di mare di 1 Miglio nautico (1.852 metri) interdetto all’ormeggio ed alla pesca.

Nel progetto del rigassificatore di API Nòva Energia la piattaforma SPM servirà a far attraccare e scaricare anche la nave rigassificatrice di gas naturale liquido (GNL) detta FSRU.

Una nave che in quella piattaforma SPM attracca piena di gas naturale liquefatto (150.000 o 220.000 mc), lo riporta allo stato gassoso per poi inviarlo a terra con un nuovo gasdotto, È PIÙ PERICOLOSA O MENO DI UNA PETROLIERA?

CHE COSA IMPLICA LA SUA PRESENZA PER LE ALTRE IMBARCAZIONI (pescherecci, navi, diporto)?

Finora, rispetto al problema, l’unica cosa l’ha scritta il 17/3/2010 il Comitato Tecnico Regionale prevenzioni incendi rilasciando il nulla osta di fattibilità: “Da parte delle Autorità preposte dovrà essere individuata un’area di interdizione alla navigazione, congrua con le esigenze di sicurezza, eventualmente estesa anche al sorvolo (…) L’accesso alla zona di interdizione dovrà essere consentito solo ai mezzi di servizio del terminale (…)“.

C’è stato chi ha già definito precise zone di interdizione in Italia?

SI: per esempio al largo di Livorno dove a 22,5 Km dalla costa è progettato un terminale di ricevimento e rigassificazione del GNL.

La proponente Società OLT Offshore LNG Toscana ha scritto a gennaio 2009 che “le norme che regoleranno l’interdizione alla navigazione sono le seguenti:

  • Zona A. Un’area di interdizione alla navigazione, di forma circolare (circa 40 kmq), con un raggio indicativo pari a 2 miglia nautiche (3,7 km).
  • Zona B. Un’area di controllo da parte del terminale OLT, contigua alla precedente (ulteriori 120 kmq) e compresa fra i 2 e 4 miglia nautiche, nella quale è possibile transitare ma in contatto radio con le unità navali in transito, da parte del sistema di controllo del Terminale.
  • Zona C. Un’area di monitoraggio, contigua alla precedente e compresa fra i 4 e 8 miglia nautiche (ulteriori 480 kmq), nella quale è previsto il flottaggio delle rotte delle unità navali in transito. Come sopra, le imbarcazioni devono indicare via radio la propria posizione“.

Intanto, sia da quanto scritto genericamente dal CTR Marche che dalle distanze indicate dalla Società OLT, deduciamo la maggiore pericolosità di una nave piena di GNL e che rigassifica rispetto ad una petroliera.

trasposizione in scala delle zone interdizione indicate da OLT offshore Toscana per il proprio terminale rigass GNL

trasposizione in scala delle zone interdizione indicate da OLT offshore Toscana per il proprio terminale rigass GNL

Riportando in scala le aree di interdizione indicate dalla Società OLT alla zona  di mare Adriatico di fronte alla costa anconetana interessata dal  rigassificatore di API Nòva Energia si ha l’allargamento delle zone interdette,   come dalla mappa mappa quì a fianco:

Dunque potrebbe accadere che l’interdizione aggredisca  direttamente le zone di pesca ad alta densità di pesce azzurro (alice, sarda, suri e spratti).

Ed è anche reale il pericolo che il sistema della pesca potrebbe subire sensibili ripercussioni negative dovute sia alla necessaria costituzione di aree di interdizione alla navigazione, sia all’incremento della movimentazione marittima nelle aree adiacenti alla zona interdetta a seguito dell’esercizio delle attività di rigassificazione alla piattaforma SPM (una media di 41 navi FSRU all’anno con l’aggiunta di tutti i rimorchiatori necessari).

Anche il turismo potrebbe venir danneggiato dai vincoli posti dalla rigassificazione off shore di API Nòva Energia a causa del maggior traffico di grandi e pericolose navi gasiere e, soprattutto, a causa della grande quantità di aree marine interdette alla navigazione per motivi di sicurezza, minimo 43 kmq!

Ed infine è’ indubbio che l’impianto di API Nòva Energia comporterebbe un radicale cambiamento ed innalzamento del rischio di collisione nel traffico marittimo in una zona già molto trafficata da cargo pericolosi.

Staff  Comitati Villanova e Fiumesino

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