Il ricorso al TAR del Lazio contro il rigassificatore di API Nova Energia è un atto a difesa della sicurezza dei cittadini e dei settori economici ittico e turistico. La Regione Marche deve smettere di essere ambigua sul PEAR e permettere il dispiegamento delle sue potenzialità coinvolgendo le aziende marchigiane, API compresa

pubblicato il 13 Febbraio 2011 1

L’Ondaverde Onlus di Falconara M.ma e Legambiente Marche - coadiuvate dall’Associazione Comitato quartiere Villanova di Falconara - hanno presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio per l’annullamento del Decreto con il quale il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministro per i Beni ed Attività Culturali, ha espresso “giudizio favorevole di compatibilità ambientale relativamente al progetto presentato dalla società Api Nova Energia s.r.l., con sede in Roma, C.so D’Italia n. 19, di realizzazione di un terminare off-shore di rigassificazione di GNL con capacità pari a 4 miliardi di Smc/anno, localizzato nel sito industriale di Falcomara M.ma”.

Il ricorso depositato - come quello che sarà depositato contro il progetto di Gaz de France di fronte al Conero - testimonia la determinazione della grande alleanza tra associazioni e comitati che vanno da Porto Recanati/Loreto fino a Senigallia passando per Falconara Marittima per la difesa della sicurezza, dell’ambiente e dell’economia turistica e ittica della provincia di Ancona.

I cittadini ed i Sindaci dei Comuni hanno espresso la loro contrarietà agli impianti di rigassificazione sono mossi dalla certezza che è semplicemente sciagurato accettare un nuovo ed elevato rischio tecnologico per permettere di commercializzare surplus di metano che non serve al fabbisogno delle Marche e dell’Italia.

La nostra penisola ha l’invidiabile posizione al centro del Mediterraneo che le permette di essere rifornita del metano necessario attraverso i meno pericolosi metanodotti che arrivano da Est, Sud e Nord e che sono in fase di potenziamento.

Ma l’Italia è uno strano paese in cui i progetti dei rigassificatori in mare proliferano (13 contro gli 8 in tutta Europa!) grazie al 70% di ricavo garantito per legge ai gestori degli impianti, un ricavo sostenuto dal prelievo dalle bollette degli utenti anche se il rigassificatore non lavorerà (Delibera 178/2005 dell’Autorità per l’Energia)!

La Regione Marche ha il dovere ed il potere di dire NO a queste speculazioni:

1)      perché il rischio tecnologico determinato da impianti di così nuova concezione è elevatissimo per l’incolumità delle popolazioni rivierasche e per chi lavora in mare o lo vive per turismo (pescherecci - diportisti - navi passeggeri - navi container);

2)      perché il fabbisogno di metano sta calando di anno in anno (dati del Ministero dello Sviluppo Economico dal 2006 ad oggi) grazie anche al risparmio energetico ed alla crescita delle energie rinnovabili e veramente pulite;

3)      perché non produce occupazione locale mentre il turismo e la pesca che verrebbero messi a rischio sono due colonne portanti dell’economia marchigiana.

Dunque, l’Ondaverde Onlus Falconara e Legambiente Marche sono state costrette a ricorrere al Tribunale Amministrativo poiché il Decreto di VIA positivo al rigassificatore di API Nòva Energia prodotto dal Ministero dell’Ambiente è la summa di interpretazioni deviate e di consapevoli forzature del PEAR, del Decreto di concessione alla raffinazione del 2003 e del Protocollo di Intesa tra Regione Marche e API raffineria del 2003 e del Piano di Risanamento dell’AERCA.

Un Decreto che si distingue per l’incompletezza e la superficialità del metodo di analisi condotto, così come per l’insufficienza dell’istruttoria effettuata prima di pervenire all’emissione del provvedimento impugnato.

Ma l’Ondaverde Onlus ed i Comitati ribadiscono di essere consapevoli che non è il terreno dello scontro quello su cui poter iniziare a mettere mano al futuro produttivo ed occupazionale del comprensorio API.

Ecco perché ritengono questo ricorso un atto di difesa verso una politica industriale della Società API che sembra ignorare le possibilità di sviluppo del PEAR, uno sviluppo regionale e non più locale e falconarese.

Siamo sicuri che l’intelligenza imprenditoriale della Società API ha intravisto quelle possibilità nel PEAR e sottolineate nel 2007 anche dal Gruppo degli Esperti nominati dalla Regione Marche.

Ora, secondo l’Ondaverde e i Comitati, il “pallino” è in mano alla Regione che deve sbloccare l’eolico dove è possibile sbloccarlo, deve dire come vuole favorire il risparmio energetico, deve stabilire autonomamente quante piccole centrali a cogenerazione servirebbero nei distretti industriali marchigiani, deve sostenere gli impianti fotovoltaici su ogni tetto e su ogni capannone … ed deve accordarsi non solo con la Società API, ma con l’Azienda dei Merloni di Fabriano e con tutti gli altri attori economici marchigiani capaci di innovare ed investire sul PEAR per fare delle Marche una Regione all’avanguardia ed ad alto tasso di occupazione.

ricorso-tar-ondaverde-e-legambiente

Staff l’ONDAVERDE Onlus e Staff Comitati di quartiere


Condividi l'articolo:
  • oknotizie
  • Facebook
  • MySpace
  • TwitThis
  • Wikio IT
  • diggita
  • Technorati
  • Yahoo! Buzz
  • LinkArena
  • Segnalo
  • Socialogs
  • E-mail this story to a friend!

Lascia un commento

1 Risposta to “Il ricorso al TAR del Lazio contro il rigassificatore di API Nova Energia è un atto a difesa della sicurezza dei cittadini e dei settori economici ittico e turistico. La Regione Marche deve smettere di essere ambigua sul PEAR e permettere il dispiegamento delle sue potenzialità coinvolgendo le aziende marchigiane, API compresa”

    #1
    Staff 20th Febbraio 2011 12:18

    Riceviamo e pubblichiamo dal Geom. Giancarlo Sansò

    DEMOCRAZIA CRISTIANA MARCHE-
    Unione Popolare Cristiana

    RIGASSIFICATORE SI !!– RIGASSIFICATORE NO !!

    Il progetto API “ on bord “ approvato dal Ministero dell’Ambiente è bocciato dai Comitati, Legambiente, Italia Nostra, Onda Verde, Onlus, Cittadini Villanova di Falconara.

    ***********************

    Comitati e associazioni sono scesi in campo e ora la battaglia si fa dura.: su un fronte, API Nova Energia, Ministero dell’Ambiente, la Regione Marche tramite l’accordo con Gas de France e qualche…deputato marchigiano del “centro destra”, sul fronte opposto l’Avv. Patrizia Nicolaini con gli esponenti dei Comitati, Legambiente ecc.ecc..

    La” Democrazia Cristiana Marche” tramite il Segretario Politico della Sezione “Aldice De Gasperi”di Falconara, espone le proprie considerazioni nel merito della problematica.

    Oggi la corsa è al “tanto metano”. Senza gasdotti, via nave e senza quei “rigassificatori” che la gente, in Italia, proprio non riesce a digerire.

    La soluzione: navi zeppe di “ gas liquefatto” e dunque trasportabile nelle cisterne in grande quantità ( il processo di liquifazione consente di ridurre il volume di 600 volte ) capaci di restituire metano pronto all’uso grazie a impianti di rigassificazione direttamente a bordo.

    Un paio di anni fa sembrava ancora una soluzione geniale, ma ancora “immatura”,costosa, dunque lontana. Da qualche mese gli “analisti” incoraggiano e…ora l’idea si avvicina alla realtà anche da noi in Adriatico.

    Ricordiamo che il Consorzio OLT LNG TOSCANA ( partecipato dalla spagnola ENDESA, ora nell’orbita proprietaria dell’ENEL ) ha annunciato da qualche tempo l’acquisizione di una nave “metaniera” da riconvertire alla rigassificazione “ ON BOARD “ per il suo terminale metanifero di Livorno che avrebbe dovuto diventare operativo nei primi mesi del 2009: cosa poi è avvenuto al momento non è noto.

    Ci risulta che la piccola ma volenterosa ITALPETROLI aveva abbozzato un progetto per l’area di Civitavecchia. A mordere il freno giganti come GAZ de FRANCE che ha “ disegnato “ il terminale di captazione nelle Marche a San Benedetto del Tronto, ma a “ tagliare per primi “ il traguardo in Adriatico, a circa un centinaio di chilometri a Nord, ecco i petrolieri dell’ API di Falconara M/ma.

    All’inizio dell’anno 2008 si ebbe a dire “ abbiamo presentato il nostro progetto di rigassificazione OFF- SHOORE ala largo della costa di Falconara Marittima dello Sviluppo economico e alla Regione Marche” Il Piano definitivo è in elaborazione e contiamo di istruire la documentazione per la valutazione di impatto ambientale entro pochi mesi”. Questo quanto ribadito sostenuto dal Sig. FERDINANDO BRACHETTI PERETTI Amministratore delegato di API-HOLDING.

    Non solo, la bozza strategica, targata API NOVA ENERGIA ( la controllata che si occupa di elettricità da gas a fonti rinnovabili) è divenuta da tempo operativa e punta sulle sinergie con le

    ( 2 )

    strutture petrolifere che l’API ha già realizzato che potrebbero essere ben adatte al “nuovo compito” e…al nuovo business, con relativa facilità.

    L’API ha così pensato di sfruttare l’esistente piattaforma di recezione piazzata a 16 km. al largo della sua raffineria ,affiancando ai bocchettoni e alle condutture per lo scarico del petrolio quelle da dedicare al metano co un ulteriore vantaggio: “ la rete di distribuzione nazionale gestita da SNAM RETE GAS SI TROVA AD UN SOLO CHILOMETRO DALLA RAFFINERIA DI FALCONARA.

    Anche i collegamenti di terra avrebbero dunque un impatto minimo sul territorio, oltre ai i costi ridotti.

    Gli “strateghi dell’API” avevano previsto bene : un anno di lavoro non particolarmente impegnativo ( nella zona le acque sono profonde appena 25-30 mt.) per la realizzare una struttura o meglio l’ampliamento operativo dell’attuale piattaforma petrolifera, capace di trattare in una prima fase 2,5 miliardi dimetri cubi di gas l’anno, attraverso la turnazione di due o tre di quelle navi “rigassificattrici” che oramai battono le grandi rotte energetiche internazionali rifornendosi nei paesi metaniferi già dotati o che si stanno dotando di impianti di liquifazione: dalle lontane Trinidad e Tobago al ben più vicino Egitto.

    Tanto è vero che il progetto sembra già atto per estendere progressivamente la sua capacità fino a 10 miliardi di metri cubi l’anno, oltre un decimo dell’attuale fabbisogno italiano di gas.

    Fra 150-180 milioni di euro gli investimenti stimati. Un buon coordinatore finanziario dell’operazione è BNP PARIBAS e una buona disponibilità dell’API ad aprire a qualificate partecipazioni ha fatto il resto e….. Brachetti Peretti ha colto nel segno.

    Ora, stando così le cose, visto il parere favorevole del Ministero dell’Ambiente, della Regione Marche di parlamentari marchigiani del centro destra e della sinistra ecc.ecc., considerato poi di poter attingere in modo cospicuo alle dovute accinse di “ritorno” per far così uscire Falconara dall’oscurantismo in cui è ricaduta da decenni per una politica ed una gestione amministrativa errata e fallimentare, come “opporsi” solo ora a “giochi fatti” ?

    Come pensare di opporsi con “ corsi e ricorsi “ nel tentativo di caldeggiare la tematica dei “ gravi pericoli ambientali” fronteggiando “colossi dell’energia mondiale” quando la necessità del fabbisogno energetico è eclatante e determinante per il rilancio dell’economia locale e nazionale ?
    E’ una battaglia contro “ i mulini a vento”, è una battaglia persa sin dall’inizio.

    A Ns modesto avviso riteniamo necessario che si arrivi ad un “compromesso razionale” nell’interesse della sicurezza, dell’ambiente, della collettività marchigiana, dell’economia locale e nazionale senza creare ulteriori “ steccati “ che porterebbero a dilatare solo i tempi di attuazione degli impianti.
    Democrazia Cristiana Marche
    ( Unione Popolare Cristiana)
    Falconara M/ma 13/02/2011
    (Sez. Alcide De Gasperi)
    Il segretario Politico
    Giancarlo Sansò

Rispondi