CENTRALI TERMOELETTRICHE API: COMITATI E ASSOCIAZIONI DIFFIDANO PRESTIGIACOMO, SCAJOLA, LETTA E BERLUSCONI!
Il Ministro Prestigiacomo ha firmato il 13 Settembre la VIA favorevole alle centrali termoelettriche (520 + 60 MWe) che API Nòva Energia intende costruire a Falconara Marittima.
Il Ministro dell’Ambiente ha ignorato la DIFFIDA che Comitati e Associazioni le hanno inviato e che ha sicuramente avuto la possibilità di leggere (l’ha ricevuta il 3 Settembre scorso).
La DIFFIDA - inviata anche al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al sottosegretario Gianni Letta e la Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola - è l’estensione agli attuali titolari della stessa inviata agli ex Ministri Pecoraro Scanio e Bersani.
diffida-2-testo (Prestigiacomo, Scajola, Letta e Berlusconi)
diffida-testo-def (Pecoraro Scanio, Bersani)
L’OGGETTO
Qualsiasi autorizzazione delle centrali proposte da API Nòva Energia - quantomeno quella da 60 MWe - fonda le sue motivazioni tecniche su una grave mancanza - che noi riteniamo penalmente rilevante soprattutto per la violazione del D.Lgs. 334/99 (legge Seveso) - reiterata nel tempo dalla Dirigenza delle raffineria API:
1) non aver mai implementato il sistema di sicurezza elettrico “in isola” che deve permettere l’AUTOSUFFICIENZA ELETTRICA di tutti i servizi degli impianti delle industrie a rischio di incidente rilevante per metterle al riparo da black out elettrici esterni!
2) Aver dichiarato il falso nel Rapporto di Sicurezza del D.Lgs. 334/99 (Legge Seveso), e cioè di aver implementato il “sistema in isola”.
Il Rapporto di Sicurezza è il documento più importante indicato dal Decreto Seveso tanto che all’art. 27 il Decreto prevede “la punizione con l’arresto dai sei mesi ai tre anni per il gestore che non pone in essere le prescrizioni indicate nel rapporto di sicurezza o nelle eventuali misure integrative prescritte dall’autorità competente“.
I RISCHI
Un black out in raffineria “è un evento che se ripetuto potrebbe mettere a serio rischio l’integrità della struttura di processo ed ausiliaria di raffineria con conseguenze anche gravi in termini di sicurezza delle strutture della raffineria” scrive il 24 Luglio 2002 l’ing. Chiuccini - Ispettore regionale dei Vigili del Fuoco - all’indomani del primo black out alla raffineria API che ha coinvolto anche la popolazione con calo di tensione elettrica nelle abitazioni ed esalazioni diffusesi dagli impianti. Dopo quello del 2002, fino ad oggi, si sono succeduti almeno altri 3 black out negli impianti API di Falconara Marittima, accertati dall’ARPA Marche e recepiti nelle plurime prescrizioni impartite all’API dal Comitato Tecnico Regionale Prevenzione Incendi.
Non inventiamo nulla, è tutto scritto nella Relazione del Dirigente Servizio e Ambiente della Regione Marche datata 8/5/2007 che potete consultare e sulla quale si basa la DIFFIDA oggi nuovamente ignorata dal Ministro Prestigiacomo come dal suo predecessore Pecoraro Scanio.
Abbiamo dubbi che il Ministro Scaloja non segua, nei confronti della DIFFIDA, il comportamento liquidatorio del suo predecessore Bersani.
Nella DIFFIDA abbiamo chiesto un atto preciso strettamente inerente i fatti:
NUSSUNO PUO’ AUTORIZZARE UNA AZIENDA A REALIZZARE UN’OPERA CHE SANA UN ILLECITO COMMESSO DALLA STESSA SENZA PRIMA - O CONTESTUALMENTE - SANZIONARE L’ILLECITO STESSO.
E’ la Commissione Tecnica di verifica per l’impatto ambientale del Ministro dell’Ambiente che a pag. 18 (e seguenti) riconosce platealmente che “L’inserimento della nuova unità da 60 MWe nello stabilimento API di Falconara consente il conseguimento dell’assetto ad isola dello stabilimento medesimo“!
Una vera e propria autoaccusa!
Ma se i livelli più alti della gerarchia del controllo e della verifica ignorano questi gravi fatti si danno tre possibilità/punti interrogativi che si escludono a vicenda:
A) le Autorità deputate al controllo “sul campo” - ARPA Marche, CTR Marche, Commissioni Ispettive ministeriali - non hanno inviato i loro Rapporti ai Ministeri;
B) I Ministeri non hanno disposto alcun atto conseguente ai Rapporti di CTR, Commissioni ministeriali e ARPA Marche;
C) le Autorità deputate al controllo “sul campo” non hanno adottato i provvedimenti di loro competenza in conseguenza dei risultati delle loro stesse indagini.
Se qualcuno crede che la partita sulle centrali termoelettriche API si stia avviando verso la conclusione non ha fatto i conti con chi pretenderà risposte a questi tre punti interrogativi.
In tutte le sedi necessarie ed opportune.
Per approfondire leggere: Relazione dell’8/5/2007 del Servizio Ambiente della Regione Marche
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