CENTRALI TERMOELETTRICHE API: STATO DEL MARE E “DIMENTICANZE” DELLA COMMISSIONE VIA MINISTERIALE
La Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente, nel suo parere sul progetto delle due centrali termoelettriche da 580 MWe di API Nòva Energia, “valuta che sulla base degli elementi forniti dal proponente, in fase di esercizio non si prevedono impatti significativi sull’ambiente marino, né per quanto riguarda gli aspetti termici, né per quanto riguarda l’inquinamento chimico delle acque“.
Scrive la Commissione ministeriale che “dai monitoraggi effettuati dall’ARPAM e dal proponente stesso è possibile desumere un buon livello di qualità dei sedimenti marini, che risultano esenti da inquinamento da metalli pesanti (…)“
http://www.comitati-cittadini.org/files/VIA_Centrale-ciclo-combinato_580Mwe_Falconara.zip
(pag. 14 - 34 - 35)
Poi, nello stesso capoverso, la Commissione si contraddice dicendo che “è stata riscontrata una situazione di criticità per la presenza di PCB nell’area marina notevolmente a Sud-Est della raffineria; comunque la zona interessata dalla posa delle condotte del sistema di presa acqua di mare dovrà essere oggetto di un Piano di Caratterizzazione dei sedimenti marini (…) al fine di verificarne le qualità ambientali“.
QUAL È QUESTA AREA MARINA NOTEVOLMENTE A SUD-EST DELLA RAFFINERIA? Trattandosi il PCB (policlorobifenili) di composti probabilmente cancerogeni per gli esseri umani come rilevato dalla Agenzia per l’Ambiente statunitense EPA e dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro IARC, non sarebbe necessaria una indicazione precisa in questa che è una valutazione ministeriale oppure si va “a braccio”?
QUESTI SEDIMENTI MARINI “ESENTI DA INQUINAMENTO DA METALLI PESANTI“ SONO STATI INDAGATI OPPURE NO?
I SEDIMENTI SONO STATI INDAGATI A LARGO RAGGIO O MANCANO PEZZI IMPORTANTI COME LASCIA INTENDERE LA NECESSITÀ DEL “PIANO DI CARATTERIZZAZIONE”?
Dunque, andando a “sfruguliare” tra queste contraddizioni, allo stesso modo di quanto avvenuto con la parte riguardante la situazione sanitaria, dimostreremo come anche in questo caso la Commissione VIA ministeriale ha selezionato invece di comparare gli elementi forniti da API Nòva Energia, dalla Regione Marche ed elementi già noti ed in possesso del Ministero dell’Ambiente per Studi eseguiti dallo stesso o altri progetti presentati dalla stessa API Nòva Energia!
Quali sono gli elementi forniti dal proponente, quali sono quelli evidenziati dalla Regione Marche, quali ulteriori elementi erano a disposizione della Commissione VIA del Min Ambiente?
In primo luogo va sottolineato che API Nòva Energia, a pag. 35 del suo Studio di Impatto Ambientale (SIA) - 5.2.1 caratteristiche chimico/ fisiche e biologiche delle acque - “Al fine di caratterizzare l’area di studio” prende in considerazione “il monitoraggio svolto dalla Regione Marche nel triennio 1997 - 1999 in corrispondenza della zona di foce del fiume Esino ed utile nel fornire indicazioni sugli ecosistemi e sull’eutrofizzazione (…)
i risultati di tale monitoraggio identificano:
- - un livello di qualità mediocre, fortemente condizionato dall’apporto antropico del fiume Esino;
- - un trend della qualità in miglioramento.
(…) utilizzando le specie della famiglia dei bivalvi, prelevati presso i punti di campionamento in corrispondenza della foce del fiume Esino, in accordo a quanto stabilito dal protocollo Sidimar, non si evidenziano particolari fonti di contaminazione da metalli pesanti e PCB, i cui valori rilevati rientrano all’interno di quelli proposti in letteratura per il Mare Adriatico centrale”.
Alcuni elementi saltano subito all’occhio:
- 1) il triennio 1997 - 1999 è quello immediatamente precedente alla entrata in funzione della centrale termoelettrica IGCC (metà del 2000) la quale gassifica gli scarti del petrolio classificati rifiuti pericolosi e preleva per il suo raffreddamento circa 40.000 mc/h di acqua di mare restituendola ad una temperatura di +6°C addizionata con ipoclorito di sodio (varechina) per evitare la formazione di incrostazioni (fouling) nelle condotte. Tutto ciò sta avvenendo a partire dal 2000, cioè da 9 anni e avveniva anche nel 2006 quando API Nòva Energia presentò il SIA per le due nuove centrali termoelettriche al Min. Ambiente …
MA PER LA COMMISSIONE VIA MINISTERIALE NON ESISTE!
Ricordate la maglietta e la Petizione dei Comitati con 6.500 firme nel 2000? Quella in testa all’articolo! Tutti, anche la Regione Marche, stanno ignorando la problematica dell’eventuale impatto e della bioaccumulazione sull’ecosistema mare! Che cosa è accaduto dal 2000? Non abbiamo trovato alcuna analisi in tal senso! Eppure l’ipoclorito di sodio è un composto organoalogenato il cui scarico è vietato nel mare dal 1978 grazie alla Convenzione di Barcellona (Protocollo sul Dumping). La ragione è conosciuta da tutti e, crediamo, anche dal Ministero dell’Ambiente: cloro e cloroderivati sono sostanze che possono avere pericolosi effetti ambientali!
Le cifre presentate in occasione della III Conferenza Ministeriale Euro-Mediterranea (il Cairo, 20 novembre 2006) dal Piano d’Azione per il Mediterraneo, del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP/MAP), sono piuttosto chiare: l’inquinamento del mare, causato tra l’altro da sostanze come cloro e cloroderivati e da altre che derivano dalle emissioni delle industrie (petrol)chimiche, non solo sta danneggiando l’ecosistema marino ma costituisce un grave problema per la salute perché tali sostanze arrivano a contaminare, prevalentemente attraverso le reti alimentari, anche gli esseri umani.
Da questo punto di vista IL SIA DI API NÒVA ENERGIA, LA COMMISSIONE VIA MINISTERIALE E LA REGIONE MARCHE IGNORANO TOTALMENTE IL PROBLEMA DELL’IMPATTO E DELLA BIOACCUMULAZIONE SULL’ECOSISTEMA MARE DI UN FLUSSO CONTINUO DI ULTERIORE ACQUA CALDA CLORATA (59.000 mc/h) CHE PER VARIE DECINE DI ANNI DI ATTIVITÀ DELLE NUOVE CENTRALI ELETTRICHE SI SOMMERANNO A QUELLE GIÀ SVERSATE DALLA ATTUALE CENTRALE TERMOELETTRICA IGCC!
2) Dopo il 1997 - 1999 è stato svolto dallo stesso Ministero Ambiente un nuovo monitoraggio sullo stato del mare - Programma di Monitoraggio dell’ambiente marino costiero 2001-2004 (Min Ambiente Icram Docup pesca) - nel quale il mare di Falconara Marittima è inserito tra le aree critiche (pag. 41). Nella Relazione si dice che lo Standard di Qualità Ambientale dei sedimenti marini è stato violato per la eccessiva presenza di alcuni metalli pesanti: Cromo - Nichel - Cadmio ecc. (vedi da pag. 47). min-ambiente-icram-docup-pesca
MA LA VALUTAZIONE DELLA COMMISSIONE VIA MINISTERIALE LA IGNORA … Ed ignora anche che il SIA di API Nòva Energia per la realizzazione del RIGASSIFICATORE a largo di Falconara Marittima - presentato nel 2008 al Ministero dell’Ambiente - riporta le analisi delle caratteristiche chimiche del sedimento marino (obbligatoriamente realizzati dal proponente) [vedi pag. 17-18-19 Osservazioni rigassificatore dei Comitati e Ondaverde ONLUS] osservazioni rigassificatore definitive.pdf
Vediamo quel SIA/rigassificatore che cosa ci dice di utile per le nuove centrali API: A] In primo luogo la zona in cui dovranno essere posate le condotte del raffreddamento delle nuove centrali e dove scaricheranno le acque calde clorate insiste nel Sito di Interesse Nazionale che va bonificato MA CHE ANCORA NON E’ STATO CARATTERIZZATO … CIOE’ GLI ORGANI TECNICI E GLI ENTI COMPETENTI NON CONOSCONO IL LIVELLO DI CONTAMINAZIONE DEI SEDIMENTI MARINI! B] Nonostante ciò dalle analisi di API Nòva Energia emerge che i sedimenti marini circostanti la condotta petrolifera sottomarina (in totale lunga 16 Km) dall’isola artificiale fino al carico SPM presentano valori superiori ai limiti di Legge per il metalli pesanti Nichel, Cromo totale e Arsenico, mentre i sedimenti più a ridosso della costa presentano livelli entro la norma ma tutt’altro che trascurabili di Nichel, Cromo totale, Arsenico ed Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA). DI TUTTO QUESTO NON C’E’ TRACCIA NELLA VALUTAZIONE DELLA COMMISSIONE VIA DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE!
3) C’è un altro punto che la Commissione VIA ministeriale scarta e che, invece, la Regione Marche ha sottolineato a pag. 46 del suo parere negativo alla centrale termoelettrica da 520 MWe: “(…) a partire dall’entrata in esercizio dell’impianto IGCC, nella zona antistante la raffineria sono cominciati graduali episodi di fioriture microalgali di Fibrocapsa japonica. Tale alga si sviluppa in condizioni confacenti di temperatura elevata di acque marine, in zone di bassi fondali, predisposti alla stratificazione della colonna d’acqua. (…)
Lo scarico delle acque di raffreddamento dell’impianto IGCC esistente è effettuato con un gradiente termico di +6°C rispetto al prelievo. Gli aumenti di temperatura falsano le condizioni originarie dell’antistante ambiente marino e potrebbero favorire l’insediamento di nuove microalghe (…) L’insediamento di nuovi generi microalgali potrebbe risultare deleteria a prescindere dalla tossicità nei confronti dell’uomo, poiché ci sono microalghe tossiche per i pesci e fioriture algali che potrebbero comunque compromettere il turismo balneare. Con il progetto in oggetto ci si attende che con lo scarico delle acque di raffreddamento delle nuove centrali, le calorie immesse nell’ambiente marino saranno dell’ordine di 3-4 volte circa le attuali immissioni dell’impianto IGCC e si sommerebbero a queste ultime. Il progetto infatti prevede che anche questa restituzione in mare avvenga con un gradiente di temperatura all’uscita maggiorato di 6°C rispetto al prelievo.
Il proponente al riguardo non ha considerato, né ipotizzato, gli effetti dell’ulteriore aumento locale di temperatura, seppur dichiara che questi si vanno a sommare agli effetti termici già indotti dallo scarico dell’impianto IGCC“.
A questo proposito è interessante ricordare ciò che la Commissione di Esperti nominata dalla Provincia di Ancona nel 1996 osservò sulla costruenda centrale termoelettrica IGCC: “Per quanto concerne gli effetti dell’innalzamento termico sui popolamenti fitoplanctonici si ritiene che questi (…) possono favorire la selezione di microalghe flagellate. Appartenendo a queste fitoplanctoni in grado di sintetizzare tossine potrebbe esservi la possibilità che il sito possa fungere da focolaio dal quale potrebbero poi diffondere in aree limitrofe organismi appartenenti a questi gruppi. Da ricordare infine che lo scarico a mare si trova in un’area prossima alla foce dell’Esino e che pertanto può essere soggetta a fioriture algali innescate dagli apporti eutrofizzanti del fiume. A questo stato, che per la sua tipologia può essere definito di alta dinamicità biologica, potrebbero sovrapporsi le condizioni citate con effetti difficilmente prevedibili.” Anche questo documento è in possesso del Ministero dell’Ambiente … Considerata la lungimiranza degli Esperti nominati dalla Provincia nel 1996, dovremmo pensare che al Ministero non li leggono, se li dimenticano nei cassetti oppure sono documenti con “data di scadenza” come le mozzarelle?
4) Il quarto ed ultimo punto ci riporta ai molluschi bivalvi o cozze. L’ ISTITUTO CENTRALE PER LA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA APPLICATA AL MARE (ICRAM) - settore tecnico del Ministero dell’Ambiente - ha elaborato “Osservazioni in seguito allo sversamento di olio combustibile ad Alto tenore di zolfo in mare nell’area antistante la raffineria API (2/4/2007) segnalando: “(…), dal punto di vista ambientale, una differenza di concentrazione relativamente ai composti organici tra quanto riscontrato nei pool relativi al campione di bianco (ndr.: cozze da allevamento) e quanto riscontrato nei pool relativi ai campioni (ndr.: sempre cozze, ma “spontanee“) prelevati nelle stazioni Scogliera Sud e Radice Pontile API. Infatti, le concentrazioni di alcuni singoli congeneri PCB (ndr.: policlorobifenili) e singoli IPA (ndr.: idrocarburi policiclici aromatici) determinate nei tre pool relativi al campione prelevato in prossimità della Scogliera Sud ed in un pool relativo al campione Radice Pontile API sono pari al doppio rispetto a quelle determinate nei pool relativi al campione di bianco (…) Si fa presente che, rispetto a quanto previsto dalla normativa di riferimento che definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti anche per quanto riguarda le parti commestibili dei prodotti della pesca, le concentrazioni determinate di benzo(a)pirene nei 3 pool relativi al campione prelevato in prossimità della Scogliera Sud ed in un pool relativo al campione Radice Pontile API, risultano vicino o superiori al valore previsto come limite massimo accettabile per tale composto, utilizzato come marcatore della presenza e degli effetti degli Idrocarburi Policiclici Aromatici cancerogeni nei prodotti alimentari. Per i molluschi bivalvi (ndr.: cozze) tale valore è pari a 10 µg/kg su sostanza umida”.
http://www.comitati-cittadini.org/files/Relazione_ICRAM.pdf
Capiamo ma non giustifichiamo API Nòva Energia, MA PERCHE’ SIA LA COMMISSIONE VIA DEL MINISTERO AMBIENTE SIA LA REGIONE MARCHE HANNO OMESSO QUESTA SITUAZIONE SEGNALATA UFFICALMENTE dall’Organo tecnico del Ministero dell’Ambiente?
Consulta anche questa utile scheda scheda il nostro mare.pdf
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1 Risposta to “CENTRALI TERMOELETTRICHE API: STATO DEL MARE E “DIMENTICANZE” DELLA COMMISSIONE VIA MINISTERIALE”
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Il 17 agosto su Etv hanno fatto un servizio con le vostre osservazioni sulla VIA.