“Avevamo ragione ad indagare…” dott.Micheli a etv (1parte)
I risultati, seppur parziali, dello studio epidemiologico ci dicono che cittadini, epidemiologi e regione avevano ragione ad indagare!
Riportiamo l’intervento del dott.Micheli (Istituto Nazionale Tumori di Milano) nel corso della trasmissione Punti di Vista, andata in onda su èTV, Venerdì 30 gennaio 2009.
«Abbiamo studiato i rischi relativi alla comparsa di tumori del sistema emolinfopoietico - leucemie e linfomi - in relazione ai tempi di permanenza delle persone in prossimità della raffineria API (ndr: raffineria di petrolio) E’ stato uno studio analitico, cioè è stata studiata persona per persona la storia della vita e si è andato a vedere se nella storia della vita coloro i quali avevano vissuto più tempo, nella loro storia, vicino alla fabbrica avessero maggiore rischio di quelli lontani.
Il risultato è che abbiamo osservato una tendenza molto evidente rispetto al fatto che la componente femminile di questo studio è più a rischio in funzione del tempo della vicinanza alla fabbrica.
Nel Rapporto che abbiamo consegnato oggi (ndr: 30 Gennaio 2009) si è ulteriormente approfondita la tendenza di maggior rischio di mortalità sulla componente femminile, consentendo di individuare dati statisticamente significativi per il sottogruppo di popolazione che per più tempo - ad esempio 10 anni - è stato costretto dalle condizioni di vita e lavorative a stare in casa (casalinghe, disoccupati in genere, pensionati). Si è visto che più si risiede in modo stanziale nelle vicinanze della raffineria e più si è esposti al rischio di mortalità per leucemie; per questo sottogruppo di popolazione quindi, non si parla più solo di un rischio certo da quantificare bensì di un dato anche statisticamente significativo.
Nel senso che quando si va ad analizzare sottogruppi della popolazione si osservano come i rischi che noi avevamo indicato come qualitativamente presenti anche nel primo rapporto fossero reali.
L’indagine, ricostruendo la storia del passato, doveva seguire il metodo di intervistare le famiglie delle persone interessate. Purtroppo è successo che circa il 50% delle persone interpellate per partecipare a questo studio hanno rifiutato l’intervista. Questo ha reso difficile l’interpretazione finale dei risultati ed è per questo che abbiamo presentato un elemento di cautela rispetto all’espressione quantitativa del rischio.
Non al fatto che il rischio non ci sia poiché i dati sono confortevoli nel senso, purtroppo, di dare una costanza di elementi di rischio per coloro i quali hanno vissuto lì. Per dire esattamente la quantità del rischio ci manca l’informazione.
Noi abbiamo dato delle indicazioni. Ora dobbiamo procedere con l’indagine per concludere e dare anche una visione quantitativa certa dei dati che abbiamo proposto.
Abbiamo proposto alla regione Marche di avviare da subito programmi per tre obbiettivi:
- riduzione dell’entità dell’esposizione;
- garantire la sorveglianza ambientale nel tempo;
- garantire la sorveglianza sanitaria nel tempo.
Dunque questi dati supportano l’indicazione per la quale gli organismi pubblici locali e regionali facciano uno sforzo per comprendere che lì è successo qualcosa e che quel qualcosa va sanato.
Noi siamo partiti da una ipotesi basata su informazioni note: dalle raffinerie vengono emessi gas, ed in particolare il benzolo che è un noto cancerogeno.
Purtroppo non esiste un limite basso al di sotto del quale si può assumere che non vi sia rischio. Non c’è una soglia tollerabile teorica.
Quindi la concentrazione nell’aria di questa sostanza può rappresentare un rischio per le popolazioni.
Poi all’inizio, dopo aver avuto il mandato dalla Regione in questa direzione, ho avuto l’idea di andare a sentire i medici della zona poiché alla fine si hanno i numeri ma conta molto la percezione della popolazione locale.
C’era la percezione da parte della popolazione e dei medici locali come se troppo spesso nelle famiglie della zona ci fossero casi di leucemia che, in generale, è una malattia rara. Questo segnale mi aveva fatto ritenere che questa collaborazione con la Regione fosse da perseguire»…
- FINE PRIMA PARTE -
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