La 2°parte dell’intervista a Medicina Democratica ‘Bufale: Pareggio Elettrico Regionale e Costi per i Cittadini’

pubblicato il 15 Ottobre 2008 1

Pubblichiamo la seconda parte dell’intervista a Marco Caldiroli, Responsabile di Medicina Democratica della Provincia di Varese e curatore delle Osservazioni inviate dai Comitati ai Ministeri competenti per la Valutazione di Impatto Ambientale delle due centrali termoelettriche dell’API.

>>LEGGI L’INTERVISTA

Le valutazioni di Marco Caldiroli ci fanno venire in mente 1 ESEMPIO e 2 DOCUMENTI.

L’esempio rispetto alla sbandierata autarchia elettrica è più…un paradosso, nel senso che, con la logica dell’autosufficienza ogni Regione dovrebbe avere la sua raffineria per produrre i carburanti necessari alle auto che circolano in quella Regione!
In realtà ci sono poche raffinerie, dislocate in punti strategici del territorio nazionale e che servono i carburanti ad una fascia più o meno ampia di regioni.La raffineria API serve benzina a Marche, Umbria, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise ed un pezzo della Puglia…Magari da alcune di queste regioni ci arriverà l’energia elettrica che ci necessita e che le Marche non producono totalmente…

I documenti che citiamo sono, il Sole24ore.com e La Repubblica, ambedue del 2 Febbraio 2002, dopo l’approvazione del Decreto”sbloccacentrali”.

Sole24Ore (Federico Rendina)
“Sbloccate le centrali elettriche.Le bollette potranno scendere del 3-4%” - Più poteri al ministero ma rimane la concertazione con le Regioni!”
La Repubblica (Fabio Massimo Signorotti)
“Nuove centrali e sconti in bolletta il governo vara il decreto elettricità. Secondo il ministro Marzano la tariffa potrebbe scendere del 5%”

VOI AVETE VISTO SCENDERE I COSTI DELLE BOLLETTE ELETTRICHE IN QUESTI ULTIMI ANNI?

2°parte dell’intervista a Marco Caldiroli

Quanta energia elettrica manca all’Italia, oggi?

Dai dati 2007, abbiamo un fabbisogno pari a 340.000 Gwh, quelli che sono prodotti in Italia sono pari a 294.000 Gwh ed importiamo 41.000 Gwh (pari al 14,4%).

Questi sono dati che ci dicono quanto è la produzione nazionale rispetto al fabbisogno.

Però, il dato più importante è confrontare la capacità operativa degli impianti… cioè se, accendendo gli impianti tutti allo stesso momento, siamo in grado o meno di seguire tutti i cosiddetti picchi della necessità di consumo di energia elettrica.

Dobbiamo infatti tenere presente che il consumo di energia elettrica è istantaneo, non è lineare, ci sono delle continue fluttuazioni in relazione alle esigenze, ai periodi dell’anno, alle ore del giorno, ai consumi residenziali, industriali, ecc.

Appunto se consideriamo la capacità degli impianti italiani di sopperire ad esigenze istantanee, vediamo che c’è un ampio margine di sicurezza attualmente. La potenza disponibile oggi, con gli impianti funzionanti, è di 83.200 Mwh, mentre il picco di massimo consumo istantaneo registrato nel 2007 è stato meno di 57.000 Mwh. Pertanto la differenza tra questi due dati ci fornisce il margine di sicurezza, il quale è ampio!

Per cui l’Italia può in ogni momento, senza rischiare black out, sopperire al fabbisogno di energia elettrica!

Ci possono essere problemi locali ma dipendono dalla distribuzione degli impianti, dallo stato della rete di distribuzione, ma in linea di massima non è indispensabile l’importazione di energia elettrica se i nostri impianti funzionassero in maniera continua e completa!

Ha senso parlare di pareggio elettrico regionale?

Se pensiamo al mercato elettrico si dovrebbe parlare di pareggio elettrico europeo.

Parlare di pareggio elettrico a livello regionale è un po’ come parlare di pareggio sulla produzione di cibo a livello regionale.

In Italia, ma neanche la singola regione, non si riesce a produrre una quantità di alimenti di diverso genere sufficienti per la sua popolazione.

Lo stesso vale per l’energia nel senso che ci sono delle motivazioni di carattere economico che non obbligano a produrre tutta l’energia necessaria a livello locale, soprattutto quando si parla di grandi impianti.

Quello che noi sosteniamo è che oggi, in Italia, non c’è bisogno di nuovi grandi impianti di combustione e, a furia di sostenerlo, abbiamo convinto anche Presidenti di Regione come Formigoni che poche settimane fa ha inviato una lettera al Ministro per lo Sviluppo Economico Scaiola, scrivendo che in Lombardia non occorre più alcuna ulteriore centrale elettrica di grandi dimensioni.

Ciò perché quello che può necessitare per fare in modo che anche a livello regionale non ci siano problemi sono piccole centrali elettriche che integrino la rete nazionale.

Non c’è ormai più bisogno di grandi centrali elettriche in nessuna parte d’Italia.

E’ corretta l’informazione che con il pareggio elettrico regionale il chilowattora costerebbe meno?

E se costerà meno lo sarà per tutti o soltanto per le imprese?

La presenza di grandi impianti di produzione elettrica in una determinata località può determinare una riduzione dei costi per le utenze locali, soprattutto se queste utenze si mettono insieme e partecipano direttamente alla realizzazione di questo impianto. Cosa che ovviamente non possono fare i singoli utenti ma possono fare le imprese, i grandi consumatori di energia.

Queste imprese, partecipando alla realizzazione degli impianti, delle grandi centrali termoelettriche, garantiscono l’assorbimento di grosse quantità di energia elettrica prodotta e quindi possono avere dei costi inferiori rispetto a quelli ottenibili dal mercato libero.

Questa cosa, però, non è automatica! Significa che una impresa o un gruppo di imprese si mettono insieme per arrivare a quel tipo di obbiettivo poiché ritiene o ritengono di avere riduzioni di costo rispetto al mercato libero.

Per gli utenti residenziali, i singoli cittadini, il vincolo è semplicemente legato al mercato libero nel senso che, come avviene in questo momento, abbiamo a disposizione una serie di offerte da parte dei nuovi gestori dell’energia elettrica e abbiamo la possibilità di scegliere il nostro fornitore preferito che ci fa un prezzo minore… Ma questo fornitore che fa il prezzo migliore può stare anche dall’altra parte dell’Italia, poiché il sistema di dispacciamento di energia elettrica nella rete fa si che io posso acquistare energia elettrica prodotta da un impianto in Sicilia quando poi l’energia elettrica reale che mi viene consegnata a domicilio viene in realtà prodotta da una altra centrale.

In sostanza il mercato dell’energia elettrica è un mercato che non è legato alla presenza fisica di una centrale termoelettrica in un determinato luogo.

Quante centrali termoelettriche sono state costruite fino ad oggi e quanto Megawatt elettrici dopo il cosiddetto Decreto Marzano del Febbraio 2002, conosciuto anche come Decreto “sbloccacentrali”?

Gli impianti sono 38 complessivamente di cui 10 sono ripotenziamenti o modifiche di impianti esistenti.

In termini di Megawatt elettrici sono entrati in funzione per i grossi impianti 21.400 MWe di cui 10.000 strettamente connessi alla Legge Marzano.

Quelli effettivamente in esercizio sono circa 15.000 MWe e si prevede, al 2011, ulteriori 11.500 MWe portando il dato della capacità lorda installata a valori che si avvicineranno ai 100.000 MWhe, dunque con una differenza di picco ancora più elevata rispetto a quella odierna.

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1 Risposta to “La 2°parte dell’intervista a Medicina Democratica ‘Bufale: Pareggio Elettrico Regionale e Costi per i Cittadini’”

    #1
    Remo Mariani 22nd Dicembre 2008 10:19

    Gradirei sapere in termini di Gw/h a quanto corrisponde la potenza che con i prodotti petroliferi dell’API esportiamo in altre regioni.
    Inoltre sapere se i pozzi di metano in Adriatico sono ancora in produzione.
    Grazie.
    Colgo l’occasione per augurare un futuro migliore.
    Buon anno 2009.
    Remo Mariani

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