L’assedio di Falconara

pubblicato il 22 Gennaio 2008 0

che fine ha fatto il progetto di arretramento della ferrovia dell’ex Presidente della Provincia Enzo Giancarli ?

La ricetta della SUPERCITTA’ della Senatrice del P.D. Magistrelli secondo la quale “serve un unicum amministrativo” per Ancona e Falconara - idea anticipata dal Consigliere di A.N. Silvetti e sposata dal Senatore di F.I. Casoli - segna un salto di qualità nella incapacità della attuale classe politica di dare una risposta alla Vertenza Falconara.
La proposta, oltre a spostare l’attenzione dal senso della Vertenza ad altro, ci fa capire che per la attuale casta partitica è giunto il momento di mettere Falconara sotto stretto controllo politico per stroncare definitivamente quelle resistenze sociali che pongono ostacoli allo sfruttamento delle sue micidiali potenzialità industriali ed infrastrutturali.
Si rileggano le dichiarazioni del Sen. Casoli (che riportiamo in rassegna) e, da ultimo, del Sindaco Sturani e si avrà sia il quadro del “progetto” che hanno in mente lorsignori per la porzione di territorio falconarese della supercittà, sia l’insieme dei progetti di sviluppo che la società civile ha messo in discussione in questi ultimi anni: by-pass ferroviario API, progetto quadrilatero, nuove centrali API, porto turistico e, in generale, ulteriore sfruttamento del territorio.

E’ ormai palese che il sistema dei partiti, trasversalmente, considera come “turbolenze sociali” la progettualità partecipata dei cittadini e la conseguente domanda di democrazia partecipata cresciuta a Falconara e concretizzatasi con la Vertenza: una richiesta di partecipazione a cui si risponde con un ulteriore distanziamento tra luogo del conflitto e luogo decisionale.

Una richiesta di partecipazione non sopportabile dalle amministrazioni pubbliche per il ruolo di servi/zio che Falconara ed i falconaresi svolgono e dovranno svolgere per l’intera Regione Marche.

Oltre a prefigurarsi, dunque, come una risposta autoritaria, la trovata di una Ancona pigliatutto elude, in questo preciso momento, il tema ALTO del modello di sviluppo posto dalla Vertenza Falconara, un modello vorace e distruttivo che, attualmente, condanna un grosso pezzo del territorio di questa regione ad essere Area ad Alto Rischio di Crisi Ambientale (AERCA).

A proposito di modello di sviluppo, invitiamo a meditare sull’arretramento della linea ferroviaria citato dalla Senatrice del PD Magistrelli.

Giace nel dimenticatoio il progetto della Provincia di Ancona, voluto dall’ex Presidente Enzo Giancarli, per l’arretramento della linea ferroviaria da Senigallia ad Ancona con relativa realizzazione di una vera metropolitana di superficie. Quel progetto, connesso con l’Interporto, rappresenterebbe una rettifica importante di un aspetto del logoro modello di sviluppo attuale. Rettifica che toglierebbe alcune criticità per il territorio falconarese (scali merci ferroviari - riduzione del traffico automobilistico) ed anconetano (spostamento stazione e riduzione del traffico) e libererebbe la costa per uno sviluppo turistico differente che equivale a ricchezza e lavoro.

Domandate agli albergatori di Senigallia se il progetto è piaciuto loro quando il Presidente Giancarli lo presentò nel 2004!

Dunque perché servirebbe un altro unicum amministrativo che ripensi e riprogetti dal momento che già è stato fatto dalla Provincia di Ancona con atti amministrativi e soldi pubblici?

Come mai dalla Provincia di Ancona non arrivano segnali su questo argomento che conosce molto bene?

Perché i Senatori e Deputati delle Marche di tutti i colori e la stessa Regione Marche, non sostengono quel progetto di fronte al governo centrale ed al Ministero delle Infrastrutture?

Come mai, al contrario, è arrivato sul tavolo del ministro Di Pietro il devastante progetto del cosiddetto bypass ferroviario API che intende spostare con denaro pubblico il solo tratto di linea ferroviaria che la raffineria ha inglobato negli anni ‘70?

Non c’è bisogno della supercittà per risolvere criticità e aprire nuove prospettive: gli strumenti amministrativi ci sono, manca la capacità o la volontà politica di far valere le vere esigenze territoriali di fronte al governo centrale.


Marina Magistrelli (Senatrice Partito Democratico):
Apriamo un dibattito su uno sviluppo Ancona-Falconara che potrebbe portare nel futuro ad una unica amministrazione comunale. Serve un grande centro, per una grande politica di arredi e di servizi su vasta scala. Falconara ha bisogno di lasciarsi dietro alle spalle il ruolo di città di servizi e di servizio e potrebbe diventare attrattiva anche dal punto di vista turistico. Un esempio tra tanti possibili: perché tra Torrette e Falconara non realizziamo una spiaggia con parcheggi, ristoranti, che sia un continuum con Senigallia? Basterebbe prevedere o meglio realizzare lo spostamento della ferrovia e della statale a monte. L’attuale statale potrebbe diventare il lungomare. Serve però un unicum amministrativo (…)”

 

Casoli (Senatore Forza Italia):
permetterebbe di sfruttare al meglio le micidiali potenzialità di una città come Falconara - sottolinea il senatore di Forza Italia - Oltre alle chance industriali, in primis quella della raffineria Api che va vista come un’opportunità e non sempre come un problema, c’è da avviare un ragionamento su altri servizi fondamentali per il territorio in un tempo medio. e mi riferisco in particolare all’aeroporto, alla Fiera, allo snodo autostradale. Ancona-Falconara diventerebbe uno dei gangli vitali dell’economia marchigiana, cerniera di snodo del sistema regione tra nord e sud“.

 

Silvetti (Consigliere Regionale Alleanza Nazionale):
Il tema dell’unione tra Ancona e Falconara non è nuovo per gli esponenti di Alleanza nazionale. «Già nel 1995 il periodico giovanile del nostro partito “Il garbì” aveva rilanciato l’ipotesi - ricorda Silvetti - Alla base del ragionamento vi era l’idea che le due realtà sono assolutamente omogenee e in un’unica realtà potevano e possono diventare un importante polo al servizio di tutto il territorio marchigiano con i loro servizi quali il porto, l’aeroporto, lo snodo ferroviario di collegamento con Roma, la realtà industriale. Un polo omogeneo per risorse e servizi che spazzi via le attuali frammentazioni incomprensibili“.

 

Graziano Fioretti (Segretario Regionale UIL):
I benefici sono molteplici e per entrambe le città. Una realtà di oltre 130 mila cittadini consente, innanzitutto, di accedere ad una quantità maggiore di fondi pubblici, statali ed europei. Fondi che permetteranno, secondo me, di ripensare la futura città, progettandone uno sviluppo più armonico, dando anche la possibilità di mettere mano a quelle idee scaturite dal dibattito che da anni vede al centro la necessità di dare un impulso più consistente alla crescita di questo territorio. Penso all’uscita ad ovest dal porto, penso allo snodo ferroviario di Falconara, all’arretramento della linea ferroviaria e all’idea di una metropolitana di superficie“.

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