L’atto di indirizzo della variante al PRG del Sindaco Recanatini è un ritorno al passato!
Leggendo la nota del Sindaco Recanatini “predisposizione atto di indirizzo per la redazione di una variante al PRG” abbiamo avuto la sensazione di un salto nel passato della storia urbanistica di Falconara quando la stessa cultura di uno sviluppo qualsiasi, senza aggettivi, guidata dal solo obbiettivo della creazione di occupazione senza domandarsi che cosa produrre (e le sue conseguenze) ci portò dritti dritti tra il fuoco e i miasmi dell’industria petrolifera e soffocò il ben più ricco, pulito ed avviato sviluppo turistico di Falconara.
Nella sua nota il Sindaco dice che si deve “calare la pianificazione urbanistica nel contingente momento storico”. Niente di più sbagliato in quanto riteniamo che assolutizzare il presente neghi la necessaria prospettiva di un Piano Regolatore Generale, di un governo ed una pianificazione territoriale la quale ha una dignità politica se guarda al futuro con la saggezza di dover trasmettere alle generazioni future una qualità territoriale, ambientale e, dunque, urbanistica (una qualità della vita!) non inferiore a quella che abbiamo a nostra volta ereditato!
E’ il semplice concetto dello sviluppo sostenibile che Sindaco e Giunta falconarese sembrano aver dimenticato!
Il contingente momento storico formulato dal Sindaco Recanatini non ha un briciolo di saggezza (forse neanche contabile) e ci illumina (se ce ne fosse stato ancora bisogno) sulla logica che ha portato il Sindaco a non muovere dito per la acquisizione al patrimonio pubblico della ex Officina ferroviaria squadra rialzo di Falconara nonostante il denaro necessario provenisse dalla Regione Marche!
Inoltre, quando il Sindaco lega la necessità di “frenare il calo demografico” con lo sviluppo urbanistico inteso come creazione di nuove aree residenziali significa che non ha capito (o letto) che “(…) in parte è diffusa nell’immaginario collettivo e nelle conseguenti scelte insediative dei cittadini di Falconara e delle aree limitrofe la percezione di Falconara Marittima come “comune da industria pesante” e come un “comune di transito” verso il quale è preferibile non trasferirsi e dal quale è preferibile, entro certi limiti, andarsene”. E’ questo ciò che a Maggio 2003 relazionarono la SVIM Marche e l’Università Politecnica delle Marche sugli aspetti economico e sociali dell’Area ad Alto Rischio!
Il 3 Marzo del 1990 Antonio Cederna (urbanista, giornalista, ex deputato del PCI) scriveva sulla rivista “Arancia Blù“: “Non più la crescita va perseguita, ma la riqualificazione urbana e territoriale, per rendere vivibile la città ed esaltare le risorse paesistiche e naturali (…) Dobbiamo convincerci che la rigorosa tutela della natura è garanzia di progresso sociale ed economico; che i vincoli sono un essenziale servizio pubblico; che la salvaguardia dei valori paesistici e culturali e l’uso parsimonioso di quella risorsa scarsa ed irriproducibile che è il territorio sono una priorità assoluta, alla quale va subordinata qualsiasi ipotesi di sviluppo e di trasformazione. Dobbiamo abituarci a ragionare in termini di ettari strappati alla cementificazione, di metri cubi e di chilometri di asfalto eliminati”.
Si può dire, dunque, che le linee predisposte dal Sindaco Recanatini che prevedono di divorare territorio con il porto turistico, con l’operazione della Società Quadrilatero a ridosso di Castelferretti, con l’edificazione tra il Tesoro e Falconara Alta, con il parco commerciale adiacente al nuovo casello di Gabella della A14 sia culturalmente, urbanisticamente e politicamente datate a prima del 3 Marzo 1990!
Talvolta, e lo percepiamo più con disgusto che con sorpresa, a Falconara sembra di vivere in un mondo a parte; non è forse il programma del governo Prodi - stesso colore politico della giunta falconarese - che afferma: “In particolare proponiamo di varare una nuova legge quadro per il governo del territorio che operi secondo i seguenti criteri: evitare il consumo di nuovo territorio senza aver prima verificato tutte le possibilità di recupero, di riutilizzazione e di sostituzione (…) Nuovi impegni di suolo ai fini insediativi e infrastrutturali sono consentiti esclusivamente qualora non sussistano alternative al riuso e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti”.
Se l’uomo che abbiamo contribuito a far eleggere a Sindaco di Falconara è urbanisticamente e politicamente fermo quantomeno a 17 anni fa e ha dimenticato quel passo del programma dell’Unione al governo le alternative sono due: o fa quello che sa fare e lascia l’Urbanistica all’apposito assessorato ricco di competenze oppure se ne va!
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