Apincontra
I vertici della raffineria API - nella fattispecie il sig. Aldo Brachetti Peretti ed il sig. Franco Brunetti - sono persone sincere.
Basta un aiuto dialettico per fargli vincere una sorta di ritrosia ed ecco che dicono la verità, tutta la verità nient’altro che la verità!
Ma la verità, ahiloro, spesso non fa rima con pubblicità cosicché l’annuale e autoreferenziale vetrina aziendale APINCONTRA si è rivelata per quello che è: un CAVALLO DI TROIA soprattutto nei confronti degli studenti delle scuole falconaresi che hanno accettato l’invito dell’API!
APINCONTRA si è caratterizzata con due elementi che ne hanno rivelato l’essenza del Cavallo di Troia: le argomentazioni dei vertici dell’API (Presidente e Amministratore Delegato) riportate dalla stampa locale e l’omaggio agli intervenuti di un kit denominato “Kyoto box” in cui erano contenute due lampade a risparmio energetico e due riduttori di flusso per l’acqua del rubinetto di casa.
Le argomentazioni dei vertici dell’API
Franco Brunetti (Amministratore Delegato): “Questo sito pensa di restare per questa e per le prossime generazioni, raffinando petrolio finchè ce ne sarà, poi producendo energia“.
Aldo Brachetti Peretti (Presidente): “la centrale da 60 Mwt è quasi come il termosifone di casa…“.
Vale a dire che a fronte della costruzione delle due nuove centrali elettriche per complessivi 580 Mwe ci sarebbe stata una riduzione della raffinazione complessiva.
Questa tesi è stata più volte rilanciata ai cittadini attraverso la stampa dall’Assessore all’Industria della Regione Marche Gianni Giaccaglia, dal parlamentare di Alleanza Nazionale e candidato a Sindaco di Falconara M.ma Carlo Ciccioli e dal parlamentare dei Democratici di Sinistra Massimo Vannucci.
Che le dichiarazioni di Giaccaglia, Ciccioli e Vannucci fossero prive di fondamento lo avevano capito solo coloro che seguono attentamente le problematiche energetiche (non solo regionali!), ma indubbiamente la tesi di Giaccaglia, Ciccioli e Vannucci risultava interessante e suggestiva per la maggioranza dei cittadini che non possono approfondire la problematica.
Qui sta, secondo noi, la scorrettezza intellettuale di Giaccaglia, Ciccioli e Vannucci: nel sostenere la realizzazione delle nuove centrali API essi hanno blandito il desiderio di tanti cittadini di veder progressivamente scomparire quello che ormai percepiscono chiaramente: l’inquinante, insalubre ed economicamente devastante raffinazione e dipendenza del petrolio!
Con le sue parole l’A.D. dell’API non poteva essere più chiaro sull’argomento e, nello stesso tempo, ha rivelato uno dei contenuti della pancia del Cavallo di Troia: prima si sfruttano le fonti fossili finchè ce ne saranno e poi si vedrà.
LE LAMPADINE, GLI SCARTI DEL PETROLIO ASSIMILATI A SOLE E VENTO
E I CONTI IN TASCA A BRACHETTI PERETTI!
Perché l’Italia è uno degli ultimi tra i paesi europei a produrre energia elettrica da fonti rinnovabili e tra i primi a produrla dal petrolio (e suoi scarti) e metano?
Aldo Brachetti Peretti, che ha regalato le lampadine a risparmio energetico agli studenti falconaresi, possiede una delle motivazioni in casa, anzi a casa dei Falconaresi!
La centrale elettrica IGCC da 250 Mw di Aldo Brachetti Peretti - entrata in funzione nel 1999 - brucia il tar, scarto bitumioso della lavorazione del petrolio, il quale è stato ASSIMILATO ad una fonte rinnovabile.
Quindi la centrale elettrica IGCC che usa il tar per produrre energia elettrica viene incentivata come se usasse il sole o il vento!
Questo marchingegno smaccatamente a favore dei petrolieri è stato attivato nel 1992 dal Comitato Interministeriale Prezzi (provvedimento CIP 6) il quale stravolse la decisione del governo di agevolare la costruzione di centrali elettriche che usassero fonti rinnovabili. L’agevolazione per chi avrebbe usato le fonti rinnovabili - e scandalosamente estesa anche alle assimilate come il tar che brucia l’API - consisteva nella garanzia che l’ENEL avrebbe comperato ad un prezzo più alto l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili, prezzo più alto finanziato attraverso le bollette dei cittadini (voce A3 della bolletta).
Quanto ci sta guadagnando l’API con questo sistema?
E soprattutto, quanta di quella agevolazione che avrebbe dovuto andare alle vere fonti rinnovabili è stata catturata dall’API con il suo scarto bituminoso del petrolio “trasformato magicamente” dal CIP 6 in qualcosa di simile al sole ed al vento?
Secondo la Relazione del Gruppo di Studio attivato dalla Provincia di Ancona nel 1995 la centrale IGCC dell’API che brucia i residui bituminosi della lavorazione del petrolio produce “1 Kwh di energia elettrica al costo di 46 £ (37 per il combustibile e 9 per i costi di esercizio). Il prezzo di vendita all’ENEL dell’energia elettrica” - a causa del provvedimento governativo CIP 6 - “è pari a 122 £/Kwh“. Il Gruppo di Studio valutò quindi che quando nel 1999 entrò in funzione la centrale elettrica IGCC per l’API “l’utile specifico è pari a 76 £/Kwh (122 £ - 46 £) ottenendo così un utile annuo sulla vendita dell’energia che ammonta a circa £ 110 miliardi di lire”.
Un paradosso ulteriore della assimilazione degli scarti del petrolio al sole ed al vento è che più cresce il prezzo del petrolio maggiore è il contributo che lo stato riconosce a quel tipo di impianti!
Ma c’è di più!
L’inchiesta pubblicata nel n° 75 di ALTRECONOMIA (Settembre 2006) ha calcolato per la famiglia Brachetti Peretti “almeno 150 milioni di €uro in sovvenzioni CIP 6 su un fatturato del gruppo di 2,7 miliardi di €uro e utili di 96 milioni di €uro”!
A CAVAL DONATO E’ MEGLIO GUARDARE IN BOCCA!
Un impianto fotovoltaico per la produzione dell’energia elettrica necessaria al fabbisogno di una abitazione costa - al privato cittadino - circa 20.000 €.
Con 150 milioni di € annui destinati alle fonti veramente rinnovabili si potrebbero costruire ed installare circa 7.500 impianti fotovoltaici per abitazioni civili per la produzione dell’energia elettrica.
Se consideriamo che nella città di Falconara Marittima sono censite 12.004 abitazioni possiamo ritenere che con un anno e mezzo di sovvenzioni CIP 6 che la centrale IGCC dell’API incassa si sarebbero potute “solarizzare” tutte le abitazioni civili di Falconara che sarebbero diventate produttrici e consumatrici di energia elettrica.
Non solo: con la somma delle sovvenzioni incassate negli ultimi sei anni dalla centrale API che brucia tar assimilato al sole e al vento si sarebbero potute solarizzare altre tre città della grandezza di Falconara Marittima!
Qualcuno ha la volontà politica di quantificare la grande quantità di lavoro specializzato, pulito e non a rischio che si sarebbe messo in moto (e si potrebbe attivare anche adesso)?
Qualcuno - egregi Giaccaglia, Ciccioli e Vannucci - ha quantificato quanto minor impatto ambientale ci sarebbe stato e ci sarà rispetto a quanto emesso dalle centrali elettriche che utilizzano combustibili fossili (come quelle a metano e gpl che vorrebbe costruire l’API)?
Non è forse compito vostro dato che - ve lo ricordiamo associandoci all’amico Beppe Grillo - siete nostri dipendenti?
“Fatti ecco cosa racconteremo” ha dichiarato l’AD Brunetti alla vigilia di APIncontra In realtà non ci risulta che i vertici dell’API abbiano dato le informazioni di cui sopra agli studenti ed a coloro ai quali hanno regalato le lampadine a risparmio energetico!
Non ci risulta che i vertici dell’API abbiano detto ai dirigenti scolastici ed agli insegnanti delle scuole falconaresi che dal 1992 ad oggi, soltanto 6 dei circa 30 miliardi di Euro che abbiamo pagato di tasca nostra per la costruzione di impianti da fonti rinnovabili sono serviti per supportare le energie pulite!
Buona parte degli altri 24 miliardi ha invece gonfiato i ricavi di note aziende petrolifere che bruciavano (e bruciano) gli scarti della loro produzione (che è anche la parte più inquinante) per produrre energia elettrica!
ALLORA, QUANTO VALGONO QUELLE LAMPADE REGALATE DALL’API?
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EX OFFICINA RIALZO,SEMPRE PIU’ APINARA… »